Durerà tre giorni, ma non sarà una gita. Non è Parigi, nè Barcellona: è Baku. É Europa League. Sono 4200 i chilometri dalla Pinetina, poco più di 50 le ore di viaggio se ci si vuole avviare con l’auto (fonte Google Maps). Si parte domani, si arriva mercoledì. Il tempo di atterrare in Azerbaigian e avere qualche primo impatto con il pallone, e poi riposo nel giorno prima della gara. Ci sarà bisogno di una buona gestione delle forze, senza prendere sottogamba l’impegno. Nel girone H di Europa League regna l’equilibrio, visti i due pareggi della prima giornata. L’Inter ha bisogno di accelerare e volare in testa, evitando pericolosi incroci nelle ultime gare. A Stramaccioni l’arduo compito di dosare le forze e attuare un turnover a difficoltà ‘Campione’.
Resteranno a casa gli intoccabili del campionato, come Milito, Zanetti e Cassano. Ci sarà invece Cambiasso, apparso leggermente affaticato dopo la sfida contro la Fiorentina, ma sempre prezioso quando si tratta di addormentare il gioco. Spazio allora a quelli che fino ad questo momento hanno avuto meno spazio degli altri. A centrocampo certa la presenza di Mudingayi, in difesa quella di Silvestre. Al posto di Cassano, ci sarà spazio per i giovani Garritano (in grandissima forma) e Terrani, che daranno ossigeno all’inedita coppia di titolari Livaja-Coutinho. Mai come in questo momento, a Stramaccioni sarebbe servito Ricky Alvarez, non inserito nella lista Uefa.
Insomma qualche conferma, importanti rientri, e assenze di peso. L’Inter va a Baku e si porta in valigia un solo imperativo, la vittoria. Nessun altro risultato è ammesso dopo il mezzo passo falso in casa contro il Rubin Kazan. Il tutto però, con gli uomini contati, e tenendo conto di una sfida – quella di domenica sera contro il Milan – che potrebbe rivelarsi un crocevia decisivo per il campionato. Ma tra il derby della Madonnina e l’Inter c’è un Neftchi di troppo. Forse sarà proprio giovedì che capiremo tutta l’importanza che l’Inter dà questa Europa League: se terra di mezzo od obiettivo reale. “Siamo una grande squadra, ma è diverso giocare Europa League e Champions, sia per i cicli che per la tipologia di trasferte. Ma bisogna restare in Champions”, aveva detto qualche settimana fa il dg Fassone. Parole che testimoniano un attaccamento non eccessivo alla competizione, e chissà, che in Azerbaigian possano trovare un effettivo riscontro.
[Mario Garau – Fonte: www.fcinternews.it]