Europa League, Juventus-Fiorentina: aria di battaglia

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logo Europa LeagueAria rovente, aria di battaglia. Questa l’atmosfera che si respira in casa Fiorentina a poche ore dal match contro la Juventus, valido per gli ottavi di finale di Europa League. Una gara, quella che andrà in scena domani sera allo Juve Stadium, fondamentale per la stagione dei viola, ai quali, con il terzo posto in campionato ormai sfumato, non resta che concentrarsi sui due obiettivi rimasti a disposizione: la Coppa Italia e, appunto, l’Europa League. A tale scopo, la parola d’ordine per gli uomini di Vincenzo Montella dovrà essere una e una sola: coraggio.

Già perchè che la Juventus fosse avversario decisamente più forte lo si era capito già prima di domenica. E il divario in classifica – salito a ben 27 punti – parla da solo. Ma soprattutto, e questo è un aspetto emerso in maniera eloquente dalla gara di tre giorni fa, cercare di limitare i danni non paga. Anzi, è controproducente per una squadra come quella viola che non ha nel suo dna il giocare una gara difensiva per imbrigliare l’avversario. Non è un caso infatti che la Fiorentina è riuscita a mettere in difficoltà la Juve solo quando ha osato. Ad esempio, con le scelte coraggiose del suo allenatore, quando ha deciso di togliere Pizarro e Gomez e di gettare nella mischia Wolsky e Matos. In questo modo i viola nell’ultima mezz’ora hanno preso in mano le redini della gara, sfiorando più volte il pari.

Attenzione però, coraggio non vuol dire incoscienza. Perchè presentarsi con spavalderia allo Juventus Stadium equivarrebbe ad un vero e proprio suicidio, inteso in senso sportivo. I bianconeri di Conte sono infatti una corazzata, soprattutto in casa, e come tale vanno temuti. Ma, se la Fiorentina vuole tornare a casa con un risultato che lasci quantomeno aperto il discorso qualificazione in vista del ritorno, dovrà semplicemente essere sè stessa. Possibilmente non nella sua versione più recente, ovvero sbiadita e inconcludente. I giovanotti viola dovranno recuperare quello smalto, fisico e soprattutto mentale, che li caratterizzava ad inizio stagione, quando la squadra si divertiva giocando e faceva della sfrontatezza il suo marchio di fabbrica, e che hanno perso, insieme all’autostima e a gran parte delle proprie sicurezze, strada facendo, complici tutta una serie di difficoltà, dagli infortuni “eccellenti” (vedi Rossi) ai torti arbitrali, alla stanchezza, alla sfortuna. Certo, la tana della Vecchia Signora non è proprio il palcoscenico più semplice in cui rialzare la testa, ma se la Fiorentina vuole riuscire nell’impresa deve avere il coraggio di osare. A partire da Montella e dalle sue scelte di formazione.

Il quale Montella, intanto, è costretto a fare i conti con le notizie non troppo confortanti provenienti dall’ultimo allenamento. Joaquin e Savic infatti non hanno preso parte alla seduta insieme al resto dei compagni e la loro presenza domani sera è fortemente in dubbio. In casa viola c’è però ottimismo circa un loro recupero: in particolare, il difensore montenegrino potrebbe essere chiamato a stringere i denti per essere regolarmente in campo dal 1′. Per il resto, l’Aeroplanino è perfettamente cosciente che i giochi si faranno soprattutto a centrocampo.

Dove i padroni di casa possono contare su gente come Pirlo, Vidal e Marchisio, che rappresenta indubbiamente il meglio che c’è, in termini di qualità, quantità e anche di gol. Contro questo “trio delle meraviglie”, Montella potrà contare su Borja Valero, assente domenica per squalifica ma che domani ci sarà. E il suo apporto, in termini di freschezza e soprattutto di rabbia, si farà sentire. Lo spagnolo è il motore dell’undici toscano, l’elemento che fornisce quel qualcosa in più in termini di brillantezza, e rappresenta il giocatore adatto per mettere in difficoltà la Juventus. Soprattutto per mettere anche un pò di pressione a Pirlo, il vero cervello della squadra bianconera.

Oltre a Borja, l’unico al livello dei tre bianconeri, un altro sicuro del posto dovrebbe essere Aquilani, ma bisogna vedere in che zona del campo. Se giocherà interno, con Pizarro regista, oppure se prenderà il posto del cileno davanti alla difesa per fare spazio a Mati Fernandez. Proprio quest’ultima soluzione sembra al momento quella più accreditata, visto che il Pek domenica a Torino è apparso svuotato e ha perso una miriade di palloni, mentre di contro Mati, dopo i dubbi iniziali, ha inanellato una bella serie di prestazioni positive. Eccola dunque la scelta del coraggio di cui parlavamo all’inizio: accantonare l’esperienza di Pizarro e puntare sul dribbling del cileno per mettere pressione alla Juventus. Una scelta coraggiosa senza dubbio, perchè in questo modo la Fiorentina perde qualcosa in fase di contenimento, ma può risultare decisamente più pericolosa in fase offensiva. Senza contare che l’inserimento di Mati sarebbe anche un messaggio alla squadra: andiamo a Torino per giocarcela.

Una mentalità che si riflette anche nelle scelte d’attacco, dove il favorito per una maglia dall’inizio è Alessandro Matri. Uno che sarà animato dalla voglia di rivincita nei confronti di un club, quello bianconero, sul quale aveva puntato molto per la propria carriera e che invece, dopo gli arrivi di Tevez e Llorente (e la scelta di Conte di non privarsi di Giovinco) lo ha scaricato, dandolo al Milan, da dove poi Matri è giunto a Firenze, in prestito secco.

E anche questa formula dovrà spingere il numero 32 a dare il massimo: per guadagnarsi la fiducia dell’ambiente e la riconferma in viola. A suon di gol. Quei gol che, dopo la doppietta dell’esordio a Catania, non hanno più fatto la loro ricomparsa. Così, dopo essere rimasto in panchina nel lunch match di domenica, domani sera sarà titolare di una Fiorentina, come lui, in cerca di riscatto e della definitiva consacrazione. Domani potrebbe essere anche la sua notte.

[Fabio Villani – Fonte: www.goalnews24.eu]