Europa League, Lazio-Borussia Moenchengladbach 2-0: bianconcelesti negli ottavi contro lo Stoccarda

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logo-lazioLazio esemplare, cinica, intelligente e grintosa. I bianconcelesti dimenticano il tonfo di Siena e la serie negativa di risultati inanellata nel 2013 e regolano il Borussia Moenchengladbach per 2-0, dopo il 3-3 del Borussia Park. Succede tutto nel primo tempo con le reti di Candreva – scaltro a sfruttare la dormita di Dominguez – e Gonzalez, puntuale nel tap-in. Gli 8000 tifosi tedeschi non riescono a spingere la squadra all’impresa come si prospettava, colpa di una squadra forse troppo poco motivata, colpa di una Lazio che con l’abito europeo,  è un creatura che tende alla perfezione. Ancora Germania agli ottavi, stavolta toccherà allo Stoccarda provare ad interrompere il cammino dei ragazzi di Petkovic.

FORMAZIONI – Banditi gli esperimenti. La Lazio ritorna al consueto 4-1-4-1, la batosta di Siena sconsiglia la riproposizione della linea a tre, anche in luce del tridente scelto da Favre. Cana vince l’unico ballottaggio dell’incontro ai danni del confuso Ciani, in sostituzione dello squalificato Dias. Ledesma schermo davanti alla difesa, consueto quartetto di “trequartisti” con Lulic confermato a sinistra al posto del sofferente Mauri, unico riferimento in avanti bomber Floccari. Favre rispetto alla gara di andata lascia sul pino Brouwers in favore del regista Marx, nelle vesti di rotella principale dell’ingranaggio di mediana. Accanto a lui due mezzali con ambizioni difensive, Nordtvelt e Cigerci. In avanti un tridente per scardinare la retroguardia biancoceleste, con Arango libero di svariare a sinistra, il peperino Herrmann sul versante opposto e la stampella de Jong in posizione di boa.

PRIMO TEMPO – Fuochi d’artificio, sciarpate, boati. Gli 8000 sostenitori del M’Gladbach, sistemati in Curva Sud, sono un’unica voce d’amore. La Nord risponde a tono, come di consueto, il botta e risposta rievoca le storiche serate europee dell’era Cragnotti. La Lazio è abilissima sin dal calcio d’inizio a narcotizzare ambiente ed avversari, mantenendo livelli molto bassi di ritmo e smorzando l’entusiasmo altrui. Il tridente di Favre è un manifesto di staticità, schiacciato su una linea difensiva – quella laziale – attenta ed equlibrata.  Il 4-1-4-1 è una scarpetta che calza troppo bene ad una Lazio che si è autoimposta di emanciparsi dall’appellativo di Cenerentola di Europa League, dopo un girone di qualità sopraffina. Nei primi minuti lascia giochicchiare gli avversari, incapaci di connettere mediana e attacco, colpa soprattutto di interpreti in mezzo al campo che non di distinguono per il palleggio eccelso e che entrano in difficoltà al primo accenno di pressing offensivo. Primi dieci minuti da siesta post pranzo, ritmi tanto soporiferi da coinvolgere fin troppo il buon Dominguez. Il centrale spagnolo, acquistato a peso d’oro dall’Atletico Madrid, si dimentica di essere ultimo uomo e controlla con sufficienza il disimpegno di ter Stegen: Candreva è scaltro come una faina, gli soffia la sfera e si invola verso la porta freddando ter Stegen con un piattone preciso. Mai 1 a 0 fu così facile. Il Borussia accusa il colpo, e il sonno muta in catalessi. In Germania il baby fenomeno ter Stegen viene considerato l’erede di Kahn, pronto a rilevare la staffetta portata con onore da Neuer. Il portiere dal taglio marines si dimostra difettoso nei tiri dalla lunga distanza, le cosiddette “maledette”, quelle che rimbalzano ad un metro dalla linea: al 14’ Lulic rischia di sorprenderlo dalla trequarti vertice sinistro. Il numero uno poi si addormenta sul pressing del bosniaco, al 33’ la frittata è fatta: conclusione fotocopia di Radu, presa difettosa e centrale, il tuttofare Gonzalez anticipa Wendt da vero bomber per il due a zero. Tutto troppo facile, overdose di una Lazio equipaggiata di estremo raziocinio, Borussia anemico ed arreso al destino. Hernanes poco prima del break imita i compagni, ancora incerto ter Stegen, ma stavolta non ci sono maglie amiche a ribadire in rete. Squadre negli spogliatoi, risultato e Marchetti in ghiaccio.

SECONDO TEMPO – Il Borussia affronta la ripresa con una montagna di tre gol da scalare. Lo scarso entusiasmo non rappresenta un equipaggio da alpinista provetto. La prima mossa di Favre è l’avvicendamento di uno spento Arango con il talentino home made Younes. L’esterno di origini libanesi si piazza largo a destra e crea qualche apprensione a Konko: al 54’ semina scompiglio, ma pecca d’egoismo tentando la conclusione dalla linea di fondo piuttosto che il servizio in area a favore dell’inconsistente de Jong. Non lo biasimiamo. Poco dopo Candreva prova ad insistere con il bug della “maledetta”, stavolta la mira è sballata. La partita scorre piatta per inerzia, al 66’ Stranzl dà un senso alla serata di Marchetti con un’innocua conclusione da fuori. Dentro Onazi per un superlativo Gonzalez, Favre lancia Hanke e il 4-2-4 della disperazione, che perlomeno porta un po’ di verve in avanti. Quando Younes scappa a Cana si teme il peggio. Marchetti atterra il talentuoso esterno, silenzio misto a panico dell’Olimpico: Gocek però non si lascia ingannare e fischia il tuffo-simulazione. Dentro anche il più offensivo Xhaka, all’80’ de Jong si crea lo spazio per il diagonale mancino, Marchetti si distende e respinge, sul tap-in Herrmann si appresta a deviare in rete con l’acquolina in bocca, ma Lulic è impeccabile nella chiusura in tackle. Lievi cali di tensioni, anche comprensibili, che non compromettono il risultato finale. Nel finale splendido spettacolo offerto dalle due curve, bandiere al vento e cori incessanti. Per i vittoriosi e per gli sconfitti. All’Olimpico tira aria di festa, la Nord è tirata a lucido per l’Europa che conta. Negli ottavi la Lazio incrocerà il suo cammino con quello dello Stoccarda, vittorioso a Genk per 2-0 (1-1 in Germania, ndr). Vola l’Aquila. Brividi a fiori di pelle e la volontà di proseguire insieme nel sogno europeo. Niente pizzicotti, guai a svegliarci!

TABELLINO:

Lazio (4-5-1): Marchetti; Radu, Cana, Biava, Konko; Lulić, Hernanes, Ledesma, Á. González (24′ st Onazi), Candreva (37′ st Pereirinha); Floccari (34′ st Kozak) . A disp.: Bizzarri, Ciani, Ederson, Lombardi. All.: Petkovic

Borussia M’Gladbach (4-2-3-1): Ter Stegen; Wendt, Domínguez, Stranzl, Jantschke; Marx (39′ st Xhaka), Nordtveit; Arango (6′ st Younex), Cigerci (24′ st Hanke), de Jong; Herrmann. A disp.: Heimerot, Daems, Brouwers, Rupp. All.: Favre

Arbitro: Gocek

Reti: 10′ Candreva, 33′ Gonzalez

Ammoniti: Younes (B)

[Davide Capogrossi – Fonte: www.lalaziosiamonoi.it]