Europa League, Lazio-Galatasaray 3-1: biancocelesti qualificati per gli ottavi

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logo Europa LeagueROMA – La stagione della Lazio ha ancora un senso, le ha donato nuova linfa vitale il 3-1 sul Galatasaray che vale il passaggio agli ottavi di finale di Europa League. Ancora una volta il palcoscenico continentale ha messo in mostra la gemella buona della Lazio, quella squadra organizzata, affamata e cinica che sa esaltarsi, soffrire e piazzare il colpo del ko al momento giusto. Come all’andata, i biancocelesti hanno dato la netta sensazione di essere superiori a un avversario di valore, controllato per lunghi tratti della partita e affondato grazie ai cambi decisivi di Pioli.

ATTESA – Bisevac al posto di Hoedt, è questa l’unica novità rispetto all’andata voluta da Pioli. Che dalla sua aveva prove sufficienti per dare fiducia allo stesso undici. In Turchia la Lazio aveva ben figurato, pressando e creando subito pericoli a Muslera. All’Olimpico è più guardinga e attendista, aspetta che sia il Galatasaray a scoprirsi per cercare quel gol che varrebbe la qualificazione. Ma la squadra di Denizli non ha fretta di riversarsi in avanti, si limita a provarci con Sneijder dalla distanza. La Lazio, invece, è tutta nel colpo di testa di Milinkovic da calcio d’angolo, il serbo di testa le prende tutte. Anzi, le prende tutte anche di piede. Il numero 21 è di gran lunga il migliore in campo, arpiona palloni e semina uomini col suo passo cadenzato. Lo scorta Felipe Anderson sull’out di destra, sfiancato però dal costante lavoro di ripiegamento che gli chiede Pioli. E che il brasiliano esgue alla perfezione, scontandolo inevitabilmente al momento di offendere.

SCINTILLE – Un autentico nubifragio accompagna i giocatori al rientro in campo, il Galatasaray ha le gomme da bagnato e si adatta in fretta al terreno. Al contrario di Konko, che scivola sul cross di Sarioglu e fa tremare Pioli. Ma la Lazio c’è, e batte un colpo con Matri. Servito splendidamente da Biglia, l’attaccante biancoceleste incrocia col destro e colpisce il palo. Muslera non fa in tempo a tirare un sospiro di sollievo che Parolo sblocca la partita con un’incornata perfetta sul corner calciato da Biglia. Appena pochi secondi prima era entrato Candreva tra le fila della Lazio, con Lulic che s’accomodava in panchina. L’impatto sulla gara di Candreva è di quelli importanti, che lasciano il segno. Progressione palla al piede, imbucata per Matri e palla a Felipe Anderson, che a porta vuota non può esimersi dal raddoppiare.

KLOSE – E proprio quando tutto sembra troppo semplice, fa il suo ingresso sulla scena l’autolesionismo della Lazio. Che regge appena due minuti con il doppio vantaggio, dal 61′ al 63′, minuto in cui Yasin lascia sul posto Bisevac e fredda Marchetti. La mossa vincente è l’ingresso di Klose, uno che sa ancora come decidere le partite. Prima sfiora il gol strappando il pallone dai guantoni di Muslera, poi gonfia la rete sull’assist al bacio di Radu. Per il tedesco è una liberazione, non esultava da 270 giorni, dal poker calato al San Paolo contro il Napoli. È tornato nella notte che dota la Lazio di nuove ambizioni.

[Andrea Centogambe – Fonte: www.lalaziosiamonoi.it]