Tra vertenze, scioperi minacciati e scioperi realmente effettuati, ci avviciniamo sempre di più al momento del non ritorno. Quello in cui le chiacchiere lasceranno una volta per tutti spazio al campo, al calcio giocato. Difficile stabilire chi, a qualche giorno dal termine delle trattative, abbia agito nella miglior maniera possibile, anche se è evidente come gli equilibri fondamentali del nostro calcio non si siano modificati ma si siano piuttosto rafforzati.
Del resto, ad oggi non ci sarebbe e non ci sarà storia, tanto più che l’unica credibile concorrente del Milan si è indebolita cedendo il suo pezzo migliore, senza averlo ancora sostituito con qualcuno all’altezza dell’eredità che deve andare a raccogliere. Segno di mancata preparazione alle sorprese che il mercato può riservare, con il concreto rischio di trovarsi a gettare dalla finestra in via definitiva i margini di vantaggio che il terremoto del calcio italiano di qualche anno fa aveva regalato proprio all’Inter. Fine della pacchia. Se poi consideriamo che già Tevez non sarebbe all’altezza del camerunese, immaginiamoci se addirittura dovessero puntare su Zarate. Meglio lasciar perdere…
Non è tutto da buttare, beninteso, perché i giudizi lusinghieri spesi tempo addietro per Jonathan stanno trovando effettivi riscontri sul campo, e perché Alvarez dimostrerà le sue qualità alla lunga: troppo poco, però per insidiare un’armata come quella rossonera.
Una squadra già più forte e rafforzata ancor di più dal tassello aquilani, non un fenomeno ma bravo a garantire quelle caratteristiche che andavano scarseggiando nel centrocampo della squadra più forte d’Italia. L’impressione che le sorprese di Galliani e Braida non siano finite poi, non possono che incrementare il divario che già c’è.
Capitolo Juve. Nessun fenomeno acquistato, il campionato non lo si vincerà nemmeno quest’anno. Tuttavia è da sottolineare l’apparente raziocinio con cui per una volta è stato impostato il mercato bianconero. Servivano esterni, ed esterni sono arrivati. Peccato che la loro qualità non sia all’altezza del blasone juventino, e speriamo che Conte sia in grado di sopperire con le sue capacità, a patto che venga lasciato libero di lavorare come ritiene più opportuno fare.
Chi mi piace sempre di più, è invece la Lazio. Una squadra che Lotito, in barba ai pregiudizi, ha rafforzato nei punti nevralgici e rischia di fare una stagione davvero ad alto livello: non è folle ipotizzarla nella lotta per il terzo posto assieme al Napoli ed eventualmente alla Juventus, che pure vedo ancora un passo indietro.
Arrivo in chiusura proprio al Napoli, che ha lavorato molto bene ma non è ancora conscio delle proprie qualità. Se impareranno a parlare un po’ di meno non è folle ipotizzare scenari anche più rosei di una stagione fa.
[Luciano Moggi – Fonte: www.tuttomercatoweb.com]
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