Lo spagnolo arrivò nel gennaio 2015 alla corte di Inzaghi, ma venne impiegato col contagocce
MILANO – Jesus Joaquin Fernandez Saez de la Torre. No, non è una preghiera spagnola. É il nome dell’uomo più in forma del Milan. Il giovane attaccante, nativo di Cadice, sta sorprendendo tutti ed è diventato titolare inamovibile della squadra rossonera. La doppietta nel derby è solo l’ultima delle novità dell’ala spagnola.
Dall’addio al Liverpool al ruolo di protagonista nel Milan
Il 17 gennaio 2015 dopo mesi di trattative con il Liverpool, sbarca a Milano. Il costo del suo cartellino si aggira intorno ai 200mila euro (il giocatore era in scadenza a giugno 2015). Un colpo in prospettiva tra il marasma di quella stagione, con risultati molto altalenanti e deludenti e un mercato non all’altezza. Il suo esordio arriva in Coppa Italia il 27 gennaio nella sconfitta contro la Lazio, mentre per una presenza in Serie A bisognerà aspettare il 4 aprile, nella vittoria esterna per 2-1 a Palermo. Conclude la stagione con 6 presenze complessive. Poca la fiducia da parte di Filippo Inzaghi.
Nel mercato estivo è molto vicino alla cessione, ma anche per mancanza di offerte adeguate rimane a disposizione del neo allenatore Sinisa Mihajlovic. Con il serbo totalizza 2 presenze totali, ragion per cui il 4 gennaio 2016 passa in prestito secco al Genoa. Il gioco di Gasperini esalta gli esterni: Suso diventa subito decisivo per i genoani, realizzando la bellezza di 6 gol in 19 presenze e contribuendo in maniera notevole alla salvezza tranquilla del Genoa. Al termine della stagione ritorna al Milan.
Ora sappiamo tutti come stia contribuendo al momentaneo secondo posto dei rossoneri. Lo spagnolo dovrà essere continuo e costante nelle prestazioni e nelle realizzazioni. Il potenziale di certo non manca, bisognerà lavorare duro per confermarsi. Intanto Montella gradisce e si gode la sua scommessa vinta. Quattro anni fa l’Aeroplanino, con i dirigenti della Fiorentina, fece un sondaggio per acquistarlo dai Reds, ma poi vennero prese altre strade.
A cura di Simone Bortune