Aneddoti e racconti di Federico Buffa che ha riposto alle domande degli appassionati nel corso dell’appuntamento giornaliero Casa Sky Sport.
MILANO – Federico Buffa, noto Storytelling del panorama italiano, ha risposto alle domande degli appassionati nel corso dell’appuntamento giornaliero Casa Sky Sport. Queste le parole di Buffa a cominciare dalla situazione attuale: “Mi è piaciuta tantissimo la copertina del Corriere della Sera. Nella mia testa sono sempre legato agli eventi e alle conseguenze che questi abbiano sulle nostre vite e sul flusso positivo che questi possano generare. Ci sarà un ponte che unirà passato e presente. Il passato? Credo che gli eventi passati siano educativi. Ad esempio, la storia di Jesse Owens non ha età, si parlerà di questa storia anche tra 200 anni”. Poi, spazio alle domande dei tifosi a partire da Michael Jordan: “La gara 5 contro Utah sia una delle due più grandi dimostrazioni (l’altra è quella di Muhammad Ali a Kinshasa) di cosa accadrebbe se l’uomo usasse il 100% delle sue facoltà intellettive”.
Sulla morte di Kobe Bryant: “Ero negli USA quando è successo, stavo vedendo un film. La notizia me la diede il direttore di Sky Sport. In quel momento non ho pensato a nulla ma durante la giornata ho pensato a quante volte l’ho visto giocare dal vivo alle Finals e quante volte, commentando quelle partite, ho visto quanto le vinceva. Ho solo pensato, poi, a quei sette secondi in cui lui, al pari di Scirea, ha compreso quello che stava succedendo. Non mi piace tanto parlarne ma mi piacerebbe partecipare ad una commemorazione silente in suo onore e, in tal senso, sto cercando di organizzare qualcosa”. Sull’episodio dedicato al Grande Torino: “Stavamo girando sul Filadelfia di qualche anno fa e la notte, quando giravamo, faceva sempre un certo effetto. Nella scena finale io mi sono messo a piangere, poi abbiamo rifatto la scena cercando di asciugare i miei pensieri. Non mi è mai successa una cosa del genere, girare quell’episodio in quel monumento fa un certo effetto”.
Sull’impresa calcistica più grande della storia, a livello di club e Nazionale: “A livello di squadre Nazionali è la vittoria l’Uruguay nel 1950 nella partita più potente mai giocata nella storia del calcio. A livello di club, mettendo il cuore milanista da una parte, credo la vittoria del Torino nel 1976 e come sia stata festeggiata quella vittoria”.
Le parole di Daniele De Rossi in collegamento
In collegamento anche Daniele De Rossi che ha parlato della sua esperienza al Boca Juniors: “Ho bisogno di una quarantena intera per spiegare sei mesi di emozioni. E’ un posto molto simile all’Italia, è un posto che vive di passione per qualsiasi cosa che poi sfocia nell’amore sconfinato per il calcio. Sul campionato si può discutere tatticamente ma non ho mai visto, in sei mesi, un giocatore tirare indietro la gamba. La cosa più bella è quella che vedi sugli spalti, è una cosa che in Italia non si vede quasi più. Poi la Bombonera che è lo stadio più assurdo e clamoroso del mondo, a tutti gli sportivi dicono di visitarlo almeno una volta nella vita”.