“La nostra squadra è composta da molti giovani, ci sono molti giocatori al loro primo anno in serie A e per noi fare delle ottime prestazioni con sconfitte immeritate come contro il Parma, la Sampdoria e la Juventus è ancora più dura. Sono però anche segnali che questo Cesena è un grande gruppo con ottime qualità individuali.
A fine gara i ragazzi ci hanno chiamato in mezzo al campo e siamo andati ad esultare con la nostra tifoseria, questo mi ha fatto piacere perché questa è una squadra che trascina il suo pubblico dando sempre il 100%. Ho salutato la curva ma anche chi era in tribuna e nelle gradinate perché è ovvio che se non arrivano i risultati ci può stare qualche critica ma una città come Cesena che torna in serie A dopo vent’anni si merita un gruppo compatto che esprime sempre grande armonia. Il presidente Campedelli è una persona molto equilibrata che nei momenti di difficoltà sa reggere bene la pressione ed ha tutta la mia stima anche perché in questi mesi ha dimostrato di essere un presidente vero”.
PAROLO – Si sarebbe meritato la palma di migliore in campo anche senza l’eurogol decisivo, ma la bomba da tre punti a cinque minuti dal termine è la ciliegina sull’ennesima prestazione da incorniciare di Marco Parolo.
Sì, credo si possa parlare di eurogol – attacca il centrocampista nel tunnel all’uscita dallo stadio – direi che questo è il gol più bello che ho fatto in carriera. Poi è stato bellissimo anche perché in sere A, contro la capolista e negli ultimi minuti. Dedico questo gol alla mia ragazza, Caterina, a cui avevo promesso di segnare oggi per poterle dedicare il gol.
Al di là della soddisfazione personale, finalmente la ruota ha girato anche per il Cesena.
Sì, è stata una prestazione importante e questa volta finalmente il risultato ci ha premiato. Era ora: venivamo da belle prestazione senza risultato positivo e finalmente oggi abbiamo trovato anche quello. Al di là dei risultati, che ovviamente sono molto importanti, credo comunque che stiamo realizzando una striscia di buone prestazioni. Ora ripartiamo da qua e andiamo a Firenze umili e con lo spirito giusto.
Nel finale di partita, prima del tuo gol, stava crescendo la Lazio: ti saresti accontentato anche di un pareggio?
Sì, a quel punto, vista anche la classifica e i risultati negativi delle ultime giornate, pensavo di stringere i denti per portare a casa il punto. Anche perché loro avevano potuto fare anche più turnover rispetto a domenica e quindi erano più freschi fisicamente. Però questa volta siamo stati più compatti fino alla fine, siamo riusciti a tenere palla, grazie anche all’ingresso di Schelo.
Raccontaci il tuo gol.
Ho controllato bene la palla e a quel punto mi sono sentito di provare a tirare. È stato un gesto istintivo e credo che in quel modo ti vengono le cose migliori. Anche col Chievo ci ero andato vicino in un modo simile.
Oggi, negli ultimi minuti, la Lazio ha avuto comunque una mezza palla gol per l’ennesima beffa: si può ancora crescere per evitare situazioni del genere o bisogna sperare che ti vada bene?
Sì è vero, anche questa volta è arrivata questa brutta palla in area a tempo scaduto, però questa volta, a differenza di altre volte, ci siamo buttati in tre su quella palla. Magari in altre circostanze non eravamo stati altrettanto determinati e cattivi. Antonioli ci ha buttato la faccia, Von Bergen e Benalouane il piede e questa volta siamo riusciti a sventare la beffa. Questo dimostra che abbiamo imparato qualcosa dai nostri errori.
Nel secondo tempo il Cesena ha cambiato modulo in corsa passando al 4-2-3-1: era una soluzione già provata?
Sì, abbiamo giocatori che ci permettono di adottare diverse soluzioni tattiche. Schelo, in particolare, è una pedina importante per noi perché ti garantisce corsa e spinta sull’esterno, soprattutto quando ci sono più spazi. Questa volta abbiamo giocato con i due mediani bloccati arginare le ripartenze in velocità della Lazio, quando iniziava a venire fuori la fatica.
Negli ultimi anni, a partire dalla serie C, sei cresciuto costantemente: hai dentro di te la consapevolezza di essere diventato un giocatore di valore? Questo gol può essere visto come una sorta di consacrazione?
Io sono consapevole di migliorare e imparare molto. La mia svolta mentale, però, è arrivata dopo Foligno, nell’incontro con Bisoli: è stato lui a trasmettermi quella coscienza nei miei mezzi che prima non avevo. Partita dopo partita cresco, io quest’anno sono arrivato in serie A con la mentalità di chi ha tanto da imparare e ha l’occasione di prendere insegnamenti da altri giocatori, prima di tutto tra quelli più esperti ch giocano qui a Cesena. Credo di avere ancora dei margini di miglioramento e voglio continuare a crescere.
Dopo la partita con la Juve c’è anche chi ti ha accostato ad un giocatore come Aquilani: è una bella soddisfazione?
Aquilani è sicuramente uno dei miei modelli. Vederlo giocare è stato sicuramente impressionante. Se devo indicare un modello per eccellenza, però, dico Gerrard, come capacità di inserimento e di gioco per la squadra.
[Cesare Rubboli e Daniele Mazzari – Fonte: www.tuttocesena.it]