“Ficcadenti vattene”, urlavano i tifosi dentro e fuori dallo stadio. “Io non mollo, io voglio salvare il Cesena”, ha risposto a distanza il mister, forte della fiducia che il presidente Campedelli continua a concedergli.
Fiducia non ne hanno mai avuta i tanti tifosi che pregiudizialmente – occorre ricordarlo – gli hanno da subito rimproverato un carattere troppo diverso da chi l’aveva preceduto, prima ancora che le sue scelte tecnico-tattiche.
Già fischiato dalla curva al momento della lettura delle formazioni di Cesena-Udinese, Ficcadenti è stato sommerso dai fischi di tutto il Manuzzi al momento della sostituzione di Rosina.
Qui sta il punto, questo è il problema, non tanto il cambio sbagliato, che non è stato il primo e non sarà l’ultimo. A proposito di sostituzioni, 30 anni fa nel corso di un Cesena-Napoli partirono cori all’indirizzo dell’allenatore bianconero G.B. Fabbri affinché mandasse in campo Garlini, uno dei grandi protagonisti della promozione in A nella stagione precedente. Alla fine il tecnico cedette alla pressione dei tifosi e lo fece entrare, ma invece dell’auspicato gol vittoria arrivarono due reti degli ospiti.
Chi ha la responsabilità della società o della squadra ha il dovere di rispettare chi c’era a Leffe e chi ci sarà domani (comunque vada e indipendentemente da chi sarà il presidente o l’allenatore del Cesena), ma non di meno ha il diritto di non farsi condizionare dagli umori e dai mal di pancia della piazza, che tra l’altro contesta lo smantellamento della squadra dello scorso anno.
Alberto Cavasin, tanto per fare un nome … non a caso, quando arrivò sulla panchina del Cesena la sua prima decisione fu quella di far fuori i due leader della formazione che l’anno prima aveva conquistato la promozione, Agostini e Gadda, e la stessa sorte toccò poco dopo a Masitto, uno dei beniamini del pubblico.
Il problema di fondo però resta: il rischio è che ora il Cesena scenda in campo con tutto lo stadio contro e non si è mai vista una squadra in grado di salvarsi in serie A senza sfruttare il fattore campo, per quanto quest’anno la curva Mare – per i noti motivi – raramente è stata all’altezza della propria tradizione.
Neppure un’eventuale vittoria a Parma domenica prossima riuscirebbe a ricucire una frattura ormai insanabile tra i tifosi e Ficcadenti, che allora dovrà dimostrare di essere più forte di tutto e a dispetto di tutti, altrimenti già contro il Chievo il Manuzzi dovrà tornare ad essere un tutt’uno con la squadra e il suo (nuovo) allenatore.
[Giovanni Guiducci – Fonte: www.tuttocesena.it]