Serie B

FIGC, duro comunicato delle componenti federali: “Fabbricini si dimetta”

Situazione caotica con le componenti federali che, attraverso un duro comunicato, hanno chiesto le dimissioni di Fabbricini. 

ROMA – Duro comunicato da parte delle componenti federali “ribelli” (Lega Pro, Lega Dilettanti, arbitri e calciatori, al momento la Lega B sembra essersi defilata dal fronte, mentre la A non vi ha mai preso parte) nei confronti del commissario FIGC Roberto Fabbricini.

Il comunicato ufficiale delle componenti federali

I rappresentanti delle componenti della F.I.G.C. (L.N.D., Lega PRO, A.I.A. e A.I.C.) si sono riuniti oggi a Roma presso la sede della LND e hanno condiviso le seguenti considerazioni.

La ordinanza del Collegio di Garanzia dello Sport del 31 luglio 2018 obbliga a reiterare la richiesta di immediata convocazione dell’assemblea elettiva degli organi federali e ad agire dinanzi al Tar.

Il Collegio di Garanzia evidenzia come sia possibile procedere al rinnovo delle cariche della F.I.G.C. “a termine dell’attuale statuto”.

Viene dunque sconfessato il C.O.N.I. che pone a fondamento della proroga del Commissariamento“l’impossibilità di procedere al rinnovo degli organi federali” in ragione dello Statuto non ancora adeguato alla L. 8/2018.

Tale tesi giuridica è spazzata via con forza e chiarezza dal Collegio di Garanzia.

Ed allora risulta evidente che il Commissario della F.I.G.C., non convocando le elezioni richieste sin dal 18 maggio 2018, ha posto in essere una condotta palesemente violativa del quadro normativo.

Tale condotta ha avuto quale conseguenza la proroga del suo mandato commissariale del quale è stato l’unico beneficiario, atteso che la Federazione versa in uno stato di profonda confusione determinata dalla sua gestione e dalla incertezza sul futuro della stessa.

A tal proposito non può non ricordarsi il caos sulla gestione delle iscrizioni al Campionato 2018-19 fino a costringere la Lega Pro a rinviare la presentazione dei calendari e non iniziare il Campionato il 26 agosto 2018; il flop registrato sulle proposte relative al calcio femminile e all’inserimento delle seconde squadre dei Club di serie A in serie C (una sola squadra si è iscritta a fronte di cinque posti vacanti e il tutto appare ancora più marcatamente segnato dal fatto che gli imprenditori di riferimento di quattro importanti Club di serie A siano intervenuti per assicurarsi il Bari Calcio in serie D).

Sul calcio femminile la decisione del Commissario, assunta senza aver condiviso il percorso con le componenti interessate, ha generato la pronuncia della Corte Federale d’Appello modificativa della decisione dello stesso Commissario e la presa di posizione, contro tale decisione degli Organi di Giustizia, dei club interessati.

Ancora una volta si conferma la negatività di una gestione commissariale che nulla fa per riportare un clima positivo e sarebbe, su questo argomento, cosa possibile.

Il Collegio di Garanzia non solo ha bocciato il C.O.N.I. e il Commissario nella loro improvvida ricostruzione giuridica, ma ha anche espresso un giudizio fortemente negativo sulla stessa gestione commissariale incapace, secondo il Collegio di Garanzia, di “presentare alcuna proposta concreta e articolata con riferimento alle misure adeguative direttamente scaturenti dalla legge 8/2018”.

Ed allora da un lato l’ostinarsi nel non convocare l’assemblea sul falso ed errato presupposto che essa non possa essere celebrata con l’attuale statuto, dall’altro il non aver posto in essere “proposte concrete e articolate” per adeguarsi alla “nuova” normativa, sono l’evidente segno che il Commissario ha operato esclusivamente per prorogare il suo commissariamento e per impedire le legittime elezioni.

Una condotta di certo non rispondente all’interesse generale.

Ma il Collegio di Garanzia, nella sua ordinanza evidenzia altresì come la Presidenza del Consiglio dei Ministri – Ufficio per lo sport – abbia “formulato in ordine ai richiamati Principi fondamentali numerosi rilievi e segnalato alcune criticità”.

Or bene, il 20 luglio scorso, dopo la riunione tenutasi con tutte le componenti, Fabbricini dichiarava: “Se si voterà con le nuove regole? Dipende da cosa deciderà il Governo. Se ci dirà che i principi informatori non vanno bene andremo a votare con le vecchie regole”.

Ed allora Fabbricini, non solo ha agito in violazione delle norme, non solo non ha posto in essere “alcuna proposta concreta e articolata”, ma – smentendo le sue stesse dichiarazioni – si ostina a non convocare le elezioni.

Ed allora è proprio la lettura dell’Ordinanza del Collegio di Garanzia ad indurre le componenti firmatarie a proseguire innanzi al Tar per veder annullata la delibera di proroga di un Commissariamento illegittimo.

E tanto proprio in ragione della circostanza che il Collegio di Garanzia fa venir meno il presupposto della proroga: “l’impossibilità di procedere al rinnovo degli organi federali in presenza di un contesto normativo federale non conforme alle disposizioni della L. 8/2018”.

La stessa ordinanza induce, altresì, le componenti a chiedere con forza le dimissioni del Commissario Fabbricini.

Si teme, infatti, che il suo operato potrà continuare ad essere teso esclusivamente ad evitare le elezioni che le componenti chiedono dal 18 maggio.

Ci si sarebbe aspettati una presa di coscienza da parte del Commissario Straordinario rispetto alla decisione del Collegio di Garanzia; invece si è assistito al Presidente del C.O.N.I. che si veste da Commissario Straordinario della F.I.G.C. e strumentalizzando le osservazioni legittimamente poste dal Governo ai principi generali, individua nel Governo stesso la causa della mancata convocazione delle elezioni.

Si ritiene, per la credibilità della Federazione, che non si debba attendere la data del 7 settembre per ottenere dal Collegio di Garanzia l’impulso decisivo alla convocazione della Assemblea elettiva, ma che debba essere la stessa Federazione a convocare l’assemblea a statuto vigente.

Il Commissario Fabbricini convochi le elezioni e si dimetta.

Alessio Evangelista
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Alessio Evangelista

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