Montagne russe continue per Adem Ljajic. Non che siano diventate la sua nuova passione al posto della playstation, semmai è la sua storia nella Fiorentina che è fatta di salite, discese e ancora salite, sempre a grande velocità. Sempre al centro dell’attenzione il serbo classe ’91 in questi 3 anni e mezzo a Firenze, fin dal suo arrivo a suon di milioni (circa 7 sborsati dalla Fiorentina al Partizan) con relativo stipendio da giocatore già importante (700mila euro a stagione). Peccato che in campo abbia fatto vedere poco e nulla, fino ad un mese fa: qualche lampo di classe centellinato in mezzo a prestazioni inconcludenti, nonostante la fiducia degli allenatori non fosse mancata, già con Prandelli che lo lanciò subito nella mischia e poi soprattutto con Mihajlovic. Incisività quasi inesistente e un problema nel capire quale fosse il suo ruolo, inevitabilmente Ljajic è andato perdendosi fino all’episodio arcinoto e indimenticabile con Delio Rossi in cui passò poco da vittima e molto da colpevole.
Ma proprio quando l’avventura in viola del “bambino viziato” sembrava inevitabilmente compromessa e i tifosi ne chiedevano la testa (leggi cessione), inatteso è arrivato il rilancio. Grazie a Montella, che l’ha voluto tenere, e grazie forse anche al mercato che non ha portato il bomber sperato costringendo il tecnico a fare di necessità virtù. Anche se pure quest’anno c’è voluta una certa perseveranza perchè a lungo il leit motiv è rimasto lo stesso: prestazioni belline, ma senza riuscire a lasciare il segno con appena 1 gol segnato in 16 presenze. Poi la svolta dall’Inter in poi, nel ruolo di esterno d’attacco con prestazioni finalmente decisive condite da 4 gol in 4 partite. Storia a lieto fine? Sarebbe troppo facile. Perchè adesso, in attesa di scoprire se il finale di stagione consacrerà la dimensione del “nuovo Ljajic”, per la Fiorentina comincia un’altra salita, da percorrere con Fali Ramadani sulle spalle. Eh sì perchè il potente procuratore di Jovetic & co. ha già preso il coltello dalla parte del manico nell’ottica di un contratto che scadrà a giugno 2014, cioè tra soli 14 mesi. Il club viola si ritrova dunque in posizione di debolezza di fronte alla richiesta di sostanzioso aumento che pare Ramadani abbia già presentato come condizione per il rinnovo, senza il quale ci sarebbe il rischio di perdere poi il giocatore a costo zero tra un anno (oppure venderlo a giugno ad un prezzo di saldo). E poco importa se la Fiorentina ha un credito morale nei confronti del ragazzo serbo, tanto pazientemente atteso, perchè nel calcio la riconoscenza è merce più unica che rara. A Pradè e Macia il compito di sbrogliare anche questa matassa, ma non sarà facile.
[Simone Bargellini – Fonte: www.violanews.com]