La finale in tasca e il sorriso del “nuovo acquisto” da cullarsi tutta la notte fra le braccia. Insomma, una serata magica che ha pure la sua splendida cornice. Se contro l’Udinese il dodicesimo uomo in campo è stato senza dubbio il pubblico trascinante del Franchi (anche se moncherizzato della curva Ferrovia), un uomo ben pettinato, grande e grosso, che si agitava inquieto dalle parti della panchina viola si candida al ruolo di tredicesimo. No, non parliamo di Vincenzo Montella, sul quale tutto si può dire tranne che abbia un fisico massiccio, bensì di Mario Gomez, martedì sera (finalmente) in panchina nella versione ultrà. Un vero e proprio leone in gabbia il panzer tedesco, pronto ad incitare i compagni di squadra e ad esultare per le loro reti in perfetto stile neo Mazzoniano. Che gioia.
Quanto tempo passato ai margini per quel maledetto infortunio, a covare la voglia feroce di recuperare il tempo perso e di ripagare così il credito di affetto concesso dai tifosi viola fin da prima del suo arrivo a Firenze. Se possibile, la sua seconda alba calcistica fiorentina lo riscopre ancora più forte e determinato di prima, smanioso di tornare a far parte del bellissimo gruppo plasmato da mister Montella e gli uomini mercato viola. Quindi un Mario Gomez non solo spauracchio per gli avversari a portata di mano in panchina ma anche stimolo costante per ogni compagno di squadra e per il suo pubblico. In attesa del suo prossimo (già contro l’Inter?) ritorno in campo. E se le premesse sono queste…
[Alessio Crociani – Fonte: www.violanews.com]