Se il mondo è bello perchè è vario, quando si parla di calcio la massima vale ancora di più. Già perchè si può assistere a modi di pensare anche diametralmente opposti tra loro. Prendiamo Adem Ljajic e Mario Gomez e il loro modo di pensare. Il primo è un “giocatore importante dell’ultim’ora”, reduce da un girone di ritorno da applausi con la maglia della Fiorentina, dopo 3 anni di promesse non mantenute. Lo status di “campione” è ancora lontano, eppure Adem non sembra accontentarsi di essere un titolare in una squadra ambiziosa come quella viola ed è pronto anche ad andarsene se non otterrà uno stipendio da big. La situazione contrattuale lo induce a ‘pretendere’ un salto di qualità economico, ammesso e non concesso che Ramadani riesca a uscirne “vincitore” dalla sua partita a scacchi con la Fiorentina, senza ritrovarsi il suo giovane talento a svernare in tribuna. Che poi lasciare la Fiorentina per approdare ad un club come l’Atletico Madrid non sia un grande passo in avanti per la carriera – senza considerare i normali rischi di ambientamento in un nuovo campionato – non sembra, evidentemente, essere la preoccupazione di Ljajic.
Almeno da questo punto di vista la scelta di Jovetic può essere un pizzico più comprensibile, non fosse altro per la caratura dei club che se lo potrebbero permettere. Ma forse c’è qualcuno in casa viola che sottovaluta l’ambiente in cui si trova (vero Pizarro?) se è vero – come vero – che giocatori di prima fascia iniziano a vedere la Fiorentina come una piazza appetibilissima. Ed eccoci a Mario Gomez, sempre più ossessione dei tifosi gigliati. Uno dei bomber più forti del panorama internazionale, reduce da uno strepitoso Triplete con il Bayern Monaco che va ad arricchire un palmares personale che già contava altri due scudetti, un’altra Coppa di Germania e due supercoppe. “Campione” vero e, soprattutto, nel pieno della carriera visto che deve ancora compiere 28 anni. Uno così è prontissimo a sposare la causa viola, anche a costo di rinunciare qualcosa dal punto di vista economico, pur di diventare una “stella” in un club che ha un progetto in grande ascesa. Ljajic (e chi per lui) è sicuro di fare bene i propri calcoli?
[Simone Bargellini – Fonte: www.violanews.com]