Riscatto doveva essere e riscatto è arrivato, dopo la disfatta di Sofia. Con una prestazione di grande autorevolezza in casa della quarta in classifica, la Lazio espugna il “Franchi” di Firenze e mette in cascina tre punti preziosissimi per la sua rincorsa a un posto europeo, issandosi a quota 38. Bastano cinque minuti a Lorik Cana per decidere, con una perla di rara bellezza, un match che i biancocelesti avrebbero meritato di portare a casa con un risultato ancor più rotondo per la qualità di gioco sciorinata durante tutto l’arco dell’incontro.
FORMAZIONI – Priva degli squalificati Borja Valero, Pizarro e Diakitè, Montella – anche lui estromesso dalla panchina dopo i fattacci di Parma e sostituito dal vice Russo – recupera in extremis capitan Pasqual. Ancora panchina per Mario Gomez, davanti ancora fiducia a Matri. Dopo le fatiche di Europa League, Reja rivoluziona invece la difesa, a quattro, già priva dell’infortunato Dias: fuori anche Biava, fiducia per la prima volta all’inedita coppia Cana-Ciani. La sorpresa più grande è però l’indisponibilità di Klose, a causa di un problema fisico dell’ultimo minuto che lo costringe al forfait. Spazio a Perea come unico terminale offensivo, conferma tra i pali per Federico Marchetti nonostante la notte horror di giovedì
PRIMO TEMPO – Come preannunciato dal comunicato della Fiesole, curva vuota nei primi dieci minuti in risposta alle polemiche arbitrali infuriate in settimana. Buon per loro non essere in tempo per assistere al 5’ all’eurogol in sforbiciata di Lorik Cana sugli sviluppi del calcio d’angolo calciato da Candreva: davvero fantastica l’esecuzione acrobatica dell’albanese, che s’insacca sul primo palo difeso da Neto. Il fulmineo vantaggio gasa i capitolini, che appena due minuti sfiorano il micidiale uno-due: la botta di Candreva, sempre sul primo palo, è stavolta deviata provvidenzialmente in corner da Neto. All’8’ Ambrosini cade in area e trova il giallo per simulazione da parte di Banti: il provvedimento del fischietto livornese getta benzina su un clima infuocatissimo e suscita il battimani ironico degli reduci sugli spalti. Nessuno all’impatto vincente sul pericoloso tiro-cross di Tomovic al 10’, proprio mentre i tifosi fanno il loro ingresso sugli spalti. Dopo tre minuti i sostenitori di casa hanno già l’occasione per scaldarsi: Ledesma perde un contrasto a centrocampo e rimane a terra dolorante, Ciani frena la ripartenza viola e si becca il giallo. Sei giri di lancette dopo la conclusione dal limite di Aquilani è contrata dalla difesa laziale, la sfera schizza dalle parti di Joaquin ma lo spagnolo da buona posizione spedisce in curva.
La Lazio tiene botta e non di rado orchestra ripartenze ficcanti ed organizzate. Da manuale del calcio quella del minuto 23, impostata dalla coppia Biglia-Ledesma, rifinita da Candreva e conclusa da Gonzalez: solo corner, ma tanti applausi dallo spicchio ospite. La Viola impensierisce la porta laziale in un paio di circostanze: Matri impatta al volo una palla vagante in aerea, scaraventata via a ridosso della linea di porta da Ledesma, Mati Fernandez irrompe di testa sul solito fendente mancino di Pasqual, ma non inquadra lo specchio. Giallo anche per Lulic a causa di un intervento scomposto sul cileno, giusto qualche istante prima della più clamorosa palla gol avversaria: è il 39’ quando l’incornata diretta di Rodriguez direttamente da corner sorvola di un soffio la trasversale difesa da Marchetti. Sfortunatissimi, invece, i ragazzi di Reja al minuto 43: Candreva scodella da sinistra un pallone che trova l’impatto a botta sicura con Konko, il quale da due passi colpisce in pieno la traversa, con Neto ormai rassegnato al peggio. Dopo due minuti di recupero si chiude un primo tempo molto intenso, con una Lazio che – seppur sofferente, come da previsione, in qualche circostanza – vince e convince.
SECONDO TEMPO – Il contrasto subito nel corso del primo tempo si fa sentire nell’intervallo per Ledesma, costretto in avvio di ripresa a cedere il posto a Onazi. Candreva è subito imprendibile sulla destra e fa vedere le streghe ai suoi dirimpettai quando, smarcato con un sontuoso colpo di tacco proprio del neo-entrato nigeriano (positivo il suo impatto con il match), si invola verso la porta di Neto e scodella per il solitario Lulic, il quale però cicca clamorosamente l’invito a nozze volante dell’esterno di Tor de’ Cenci. La Lazio sembra averne di più e cerca con insistenza il raddoppio, ma si ricorda che l’autolesionismo è una delle specialità della casa a Formello quando un sanguinoso errore in disimpegno della retroguardia innesca Cuadrado e per poco non vale il pari di Joaquin. Partita con capovolgimenti improvvisi, al 55’ è Perea ad avere in area la palla ammazzapartita, ma cincischia troppo davanti a Neto e si fa respingere la conclusione del raddoppio. Russo corre ai ripari: dentro Mario Gomez e Anderson, fuori gli impalpabili Joaquin e Ambrosini. Anche Tomovic sul taccuino dei cattivi allo scoccare dell’ora di gioca, dopo aver stroncato una pericolosa ripartenza di Lulic. Al 63’ fuori Konko e dentro Novaretti, la Lazio si dispone di fatto con un 5-3-1-1, dove Candreva si colloca come spalla di Perea.
I biancocelesti si adeguano subito alla nuove direttive tattiche di Reja, ma rischiano grosso al 73’ quando Tomovic spedisce alle stelle dal vertice sinistro dell’area laziale. Contestualmente Russo si gioca l’ultimo cambio a disposizione, gettando nella mischia Wolski al posto di Matri. La Lazio continua a rendersi pericolosissima con azioni in ripartenza da manuale, ma pecca sistematicamente in concretezza: a un quarto d’ora dal termine, Perea imbecca Onazi tutto solo davanti a Neto, ma il nigeriano, che aveva impostato eccellentemente la ripartenza, sciupa tutto. Quando sempre il numero 23 si divora l’ennesimo contropiede in superiorità numerica, il laziale medio comincia a intuire la piega che prenderà la gelida serata toscana. Con il trascorrere dei minuti, inoltre, il baricentro si abbassa sotto la spinta del forcing viola e nel giro di pochi secondi, a cavallo tra l’82 e l’83’, è un doppio miracolo di Marchetti a salvare la Lazio, prima sulla botta dal limite di Anderson, poi sulla maligna parabola disegnata dall’incornata di Aquilani. Mentre alla lista degli ammoniti si aggiungono anche Pasqual e lo stesso Marchetti per perdita di tempo), il “Franchi” esplode quando Mario Gomez cade in area a due minuti dal novantesimo, tra l’indifferenza totale di Banti. A ridosso dell’extra time c’è spazio anche per Keita, in campo al posto di Perea. La temuta beffa però non si concretizza nei 3 minuti di recupero concessi: la Fiorentina è sconfitta a domicilio, Candreva e compagni rilanciano alla grande le speranze di agganciare ancora il treno Europa League.
[Manuel Gavini – Fonte: www.lalaziosiamonoi.it]