Dopo Ljajic e Vargas, Vincenzo Montella mette a segno un’altro vittoria nella categoria “scommesse”. Si tratta di Mati Fernandez. Se la Fiorentina è tornata correre, mettendo nel mirino il terzo posto distante adesso solo tre lunghezze, il merito è anche suo. Il cileno è sempre stato un pallino dell’Aeroplanino che non ha mai dubitato delle sue qualità, anche quando non riusciva ad integrarsi nelle dinamiche del gioco viola, soprattutto il primo anno. I tifosi ci hanno messo parecchio per capire che tipo di calciatore fosse El Pelusa. I suoi guai fisici non l’hanno certamente aiutato a farsi conoscere. Insomma, mancava quella continuità di cui ogni giocatore ha bisogno per esprimersi al meglio. La continuità, però, alla fine è arrivata e Mati sta facendo vedere di essere l’uomo in più di questa Fiorentina 3.0. Un leader o, volendo usare un termine di moda ultimamente, todocampista. Sì, perché Mati nasce come trequartista puro e semplice, capace di mettere davanti alla porta il bomber di turno. Con questa “fama” è sbarcato a Firenze. Col passare del tempo, però, l’ex Colo Colo è maturato e si è “trasformato” tatticamente.
Adesso è in grado di occupare praticamente tutte le zone della metà campo, potendo agire, infatti, da esterno, mezz’ala e regista. E, a differenza del passato, dà una mano anche in fase di copertura. Non solo. Anche in attacco – come contro il Cesena – riesce a dare il suo contributo grazie a quella imprevedibilità che ha sempre contraddistinto la sua carriera e che sta facendo le fortune della Fiorentina nelle ultime partite di campionato. Per non parlare dei continui inserimenti offensivi, della facilità di saltare l’uomo – e, quindi, di assicurare la superiorità numerica – e, soprattutto, della precisione sui calci piazzati. La punizione vincente di Cagliari e quella per la testa di Gomez al Manuzzi sono due esempi lampanti. Lo stesso discorso potrebbe essere fatto per i tiri. Il gol del 2-0 al Sant’Elia è stato un autentico colpo di biliardo. Quella rete, segnata nel momento migliore dei sardi, si è rivelata decisiva per il risultato perché ha tagliato le gambe alla squadra di Zeman. Nel suo repertorio, poi, non potevano mancare gli assist. Bellissimo quello per Gomez nella ripresa di Cesena, un vero e proprio colpo di classe, un cioccolatino, purtroppo non sfruttato a dovere dal tedesco.
E pensare che Mati sembrava sul piede di partenza a gennaio, direzione Sudamerica. Per qualcuno la finestra di mercato pareva l’unica soluzione per ripartire. Per qualcuno, ma non per Montella che su El Pelusa si è puntato. Non un titolare, ma un componente importante del gruppo viola. Duttile e affidabile, la carta essenziale per dare più elasticità ad uno schema di gioco altrimenti troppo prevedibile.
Durante la sua avventura a Firenze, il cileno ha dimostrato grande attaccamento alla maglia gigliata. In estate poteva giocarsi con la Roja il Mondiale, il sogno di qualsiasi calciatore. Mati, invece, ha deciso di operarsi alla caviglia per non avere ripercussioni in futuro e, soprattutto, per presentarsi al meglio al via di questa stagione. Un segnale di serietà e professionalità. Montella ci aveva visto giusto.
[Stefano Niccoli – Fonte: www.violanews.com]