Da allora molte cose sono cambiate, se la Fiorentina ha fin qui disputato un bel campionato, anche se, a causa degli infortuni, è per ora distante 7 punti da quel terzo posto utile per andare ai preliminari della massima competizione europea, il Milan naviga a vista, senza obiettivi, sfiduciato, e alla ricerca di una nuova strada che Seedorf dovrebbe indicare.
L’attesa è comunque grande al Franchi, Montella deve fare a meno, oltre che di Rossi, anche di Gomez, infortunatosi al ginocchio, ma ha a disposizione due dei tre ex rossoneri: Matri e Ambrosini, mentre Aquilani si accomoda invece in panchina. Seedorf, senza lo squalificato Poli, cambia ancora e si affida, per supportare Balotelli, al tridente Taarabt-Honda-Kakà, oltre che a Muntari e De Jong a centrocampo.
C’è molto vento, che nel primo tempo spira a favore del Milan: i rossoneri partono con buone intenzioni, si fanno vedere in area viola prima Balotelli, poi Kakà, ma è la Fiorentina ad avvicinare il gol per due volte con Matri, la prima quando va a colpire di testa in area, in splendida solitudine, mandando incredibilmente a lato, poi ciccando la conclusione dal dischetto. Dopo un lungo momento di stanca in cui annotiamo solo il nervosismo di Balotelli che subisce tre fischi contro ed un’ammonizione, quasi improvvisamente, al 23′, arriva il vantaggio rossonero: SuperMario calcia una punizione dal vertice di sinistra dell’area, Neto respinge come può, sulla sfera vagante si avventa di testa Mexes che realizza.
La reazione dei viola non è rabbiosa e determinata come ci si potrebbe aspettare e dopo un buon intervento in chiusura di Rami su Cuadrado, ci provano, sempre con conclusioni dalla distanza, prima Muntari e poi Taarabt: in entrambi i casi ci deve pensare Neto ad alzare in corner. Dopo una protesta di Balotelli per una spinta ricevuta da Ambrosini in area, punita con un fischio contrario, ci prova ancora la viola con Tomovic che fa solo il solletico ad Abbiati che respinge. Nel finale soffre poco il Milan che difende compatto e riparte sempre con pericolosità, sfiorando il raddoppio con una splendida azione volante Balotelli-Honda-Muntari conclusa da un tiro al volo del ghanese che termina alto.
I rossoneri iniziano la ripresa un po’ distratti, concedendo campo ed iniziativa ai viola che, al 3′, sfiorano il pari con Matri che, servito tutto solo in area, colpisce goffamente di testa spedendo a lato. Il vento contrario pare un avversario in più per i meneghini che non riescono più ad uscire e a riproporsi: poco dopo, è l’altro ex Ambrosini, sugli sviluppi di una punizione, a spedire sull’esterno della rete. Alla prima ripartenza rossonera invece, Balotelli conquista la linea di fondo e centra per l’accorrente Taarabt che calcia maldestramente alto.
Dopo la partenza convincente calano i ritmi del forcing dei toscani che si rifanno vedere in avanti solo al quarto d’ora con una conclusione dal limite di Borja Valero che si perde però alta. Al 18′, su una punizione dal limite conquistata da Honda, Balotelli disegna una traiettoria perfetta che scavalca la barriera e si insacca vicino al palo alla sinistra di Neto, 2-0 e gol numero 12 in campionato per SuperMario!
Al 22′ dentro Wolsky per Tomovic, ma il leit motiv del match non cambia. Milan è in pieno controllo e la Fiorentina è invece incapace di rendersi pericolosa. Al 33′ tocca a Matos per Joaquin, mentre tra i rossoneri fuori Taarabt e dentro Birsa. Fino alla fine non succede più niente. Nel finale spazio a Zaccardo che sostituisce un positivo Balotelli.
Torna dunque al successo il Milan, a coronamento di una partita ben giocata in cui ha lasciato solo le briciole ad una Fiorentina irriconoscibile (a parziale giustificazione dei viola l’assenza di molti titolari), dimostrando che con equilibrio, abnegazione e spirito di sacrificio si può tenere bene il campo. La difesa si è ben comportata, con un Mexes oltre che goleador anche attento e preciso, il centrocampo ha ben assistito la retroguardia, aiutando a difendere basso senza mai concedere la profondità ai toscani, e sono andati bene anche gli uomini d’attacco, che si sono mossi scambiandosi spesso le posizioni e dando una mano dietro tenendo sempre alta la pressione sulla difesa di casa.
La panchina di Seedorf è dunque salva, il futuro è invece ancora tutto da costruire: questo è solo un mattoncino verso l’acquisizione di una precisa identità. La Fiorentina, dopo l’opaca prestazione di stasera, dice probabilmente addio alle residue velleità di lotta per il terzo posto.
[Giuseppe Floriano Bonanno – Fonte: www.ilveromilanista.it]
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