Sembra passata un’eternità dal 7 aprile 2013 quando i rossoneri disputavano un match chiave per la conquista del terzo posto valevole per l’ingresso in Champions League. Ora per il Diavolo sentire parlare di Champions è come scalare l’Everest a mani nude, un’impresa impossibile in qualunque circostanza.
Il pareggio ottenuto a Roma contro la Lazio ha il sapore di un brodino riscaldato che non può che alleviare per qualche giorno la pessima condizione psicofisica della squadra. Aver ottenuto un brutto pareggio contro una Lazio senza Klose, Dias, Marchetti e senza più Hernanes, può dare maggiore fiducia all’ambiente, ma nemmeno più di tanto. Insomma la prova del nove dovrà essere domani sera, Fiorentina-Milan; una Viola affamata di punti e galvanizzata dal successo esterno contro il Napoli.
La tristezza affiora eccome nella mente dei tifosi rossoneri ripensando alla stagione passata e alla cavalcata forse irripetibile, ma produttiva compiuta dalla squadra. E ora invece? Cosa è rimasto al Milan, a cosa può ambire? Al momento a nulla, se non capire in queste ultime nove giornate di Campionato quali giocatori sono realmente da Milan e vogliono ripartire con convinzione nella prossima stagione. E soprattutto cercare di evitare brutte figure, ormai una costante in una stagione fallimentare che ha portato il Diavolo ad avere ben 18 punti in meno rispetto allo scorso anno.
Tralasciando la situazione allenatore e dunque Clarence Seedorf che appare più chiara di quanto sembri con l’olandese a rischio per il 2014/2015, domani a Firenze il Milan cambierà obiettivo rispetto a quasi 365 giorni fa: un anno fa con motivazioni, entusiasmo, convinzioni diversi ci si giocava la Champions League, ora ci si gioca la faccia e non solo.
[Isaac Cozzi – Fonte: www.ilveromilanista.it]