Continua l’altalena per la panchina della Fiorentina. Sono sempre tanti gli allenatori accostati alla panchina che è stata di Rossi, ma nelle ultime ore sembra farsi largo un dualismo un po’ particolare con Claudio Ranieri (favorito) in ballottaggio con Zdenek Zeman, due allenatori molto distanti per la loro concezione del calcio.
Il primo, che ha già passato quattro anni a Firenze, è un uomo quadrato senza svolazzi che porta avanti da sempre il suo 4-4-2 senza concedere niente o pochissimo allo spettacolo. Per la serie ‘meglio un uovo oggi che una gallina domani’.
Il secondo è tutto l’opposto, teorico del 4-3-3 più spregiudicato del mondo italico, ama il calcio offensivo fino al limite del harakiri. A Zeman non importa se gli avversari possono segnare in ogni momento del match, lui cerca sempre la soluzione offensiva casa o trasferta che sia non importa.
Come si possa essere indecisi tra due tecnici così distanti francamente non riesco a capirlo. Forse si tratta solo di argomentazioni giornalistiche e niente più, fino a quando non ci sarà il direttore sportivo una decisione non verrà presa e forse, proprio come quando si elegge il nuovo Papa chi entra nel Conclave da Papa spesso ne esce Cardinale.
Chi conosce il sottoscritto sa che propendo per lo spettacolo calcistico offerto dalle squadre di Zeman e un mister poco propenso allo spettacolo come Ranieri non rientra nelle mie grazie calcistiche. Ma mi rimetterò alla decisione della società con un unico obiettivo: dimenticare questa stagione disastrosa che sia con il calcio champagne di Zeman o con il calcio gassosa di Ranieri poco importa. L’importante è sempre la Fiorentina e la sua rinascita.
[Saverio Pestuggia – Fonte: www.violanews.com]