Futuro del calcio tra riforma campionati e gestione dei club

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francesco ghirelliIl Presidente della Lega – ospite di un incontro con i futuri direttori sportivi – ha delineato un quadro sulla situazione del calcio attuale, spingendosi nell’immediato futuro tra riforma dei campionati, gestione organizzativa dei club, ruolo della formazione ed importanza di giovani e seconde squadre. La soddisfazione per le conferme delle iscrizioni ai campionati e le incertezze dei club rispetto alla presenza del pubblico allo stadio.

Progetto della Lega: lo stadio come elemento di rivitalizzazione urbana e socio-economica.

“Le società di Lega Pro negli ultimi anni hanno delineato un percorso di gestione virtuoso e, in attesa della definizione del quadro delle promosse dalla Serie D, non sono sorpreso della quasi totale conferma dei club, ha esordito il Presidente Francesco Ghirelli. “Dopo i rilevanti sacrifici di un anno e mezzo senza botteghino, con sponsorizzazioni ridotte e costi incrementati per le verifiche sanitarie, i club della Lega Pro hanno ora bisogno di riavere alcune certezze per ripartire. Prima tra tutte quello dello stadio. La campagna abbonamenti per un club, oltre ad essere un canale di contatto con il territorio e la tifoseria, è la benzina di partenza per avviare i flussi gestionali. Abbiamo bisogno di avere certezza relativamente alla disponibilità degli stadi dal prossimo settembre. Abbiamo passato un anno che ne vale 10, i presidenti sono stati eroici nel tenere la situazione nonostante le difficoltà anche nelle loro aziende. Dobbiamo sapere cosa accadrà, è un’urgenza per i club”.

Francesco Ghirelli, Presidente della Lega Pro, ha un approccio sull’attualità delle iscrizioni ai campionati di questi giorni e l’avvio della stagione nel “dialogo” avuto con Giuseppe Tambone – ds ed esperto di diritto ed economia dello sport – nell’ambito dell’ultima giornata del Corso di Alta Formazione in Management delle Società Calcistiche, istituito dall’Università LUM in collaborazione con l’ADICOSP con il patrocinio di Lega B, Lega Pro, AIC ed AIA e riconosciuto dalla FIGC per l’accesso diretto all’esame di abilitazione da direttore sportivo.

Gli asset del calcio del futuro

“Ne indico tre. La formazione, e lo dico dal Corso LUM che rappresenta una piacevole novità perchè contribuisce alla crescita del mondo del calcio, che ha bisogno di aprirsi ai centri formativi ed ai centri di ricerca di qualità per poter contare su una classe dirigente più preparata. Il Corso LUM è una esperienza illuminante per dare una grande spinta a maturare una nuova idea manageriale del calcio per una classe dirigente che deve essere messa in condizione di operare all’interno delle società, di mettere a disposizione il proprio bagaglio di conoscenze ed esperienza. Poi ci sono i giovani, e lo dico perché la nostra Lega è una riconosciuta “accademia dei talenti”, capace di fare da palestra per tanti tra calciatori, tecnici, arbitri e dirigenti che raggiungono i vertici. Ultimo, ma solo per citazione in ordine alfabetica, gli stadi, e lo dico perché la Lega Pro ha presentato in questi giorni un progetto che, nell’ambito delle opportunità del PNRR, vuole rendere gli stadi un elemento di rivitalizzazione del tessuto urbano”.

RIFORMA DEL CAMPIONATO

“Di riforma si parla da sessant’anni, ma ora siamo al dunque. La forza e la convinzione del Presidente Gravina mi fanno pensare che la affronteremo con decisione. L’approccio delle componenti che si dovranno confrontare deve farle uscire dal recinto delle proprie specificità per favorire un quadro generale. Difendere i propri interessi non deve far venir meno il carattere di una riforma che deve essere “di sistema”, ciò riguardare tutti e con il contributo di tutti. Qui c’è da guardare al futuro e non possiamo tergiversare, perché rischiamo di non trovarlo questo futuro se perdiamo questa occasione. Gli obiettivi? Accrescere la competitività del nostro calcio, verso l’ambito internazionale ma anche nella qualità del prodotto italiano, attraverso un quadro di sostenibilità. Ciò significa puntare sui giovani e sul lavoro sui nostri territori. Al tavolo dei confronto farò una domanda ai miei interlocutori: la Serie C, serve? A cosa serve? Io penso di sì, in termini di crescita del sistema, come accademia dei talenti del nostro calcio. Vanno definite le mission dei vari campionati, gli strumenti per arrivare all’equilibrio gestionale, un sistema di regole a presiedere i rapporti. Servono poi risorse e infrastrutture al servizio dei giovani. Servono anche “maestri” per formare questi giovani. Ecco perché la formazione deve essere uno dei pilastri. E se è questo il compito della Lega Pro, allora vanno dislocate risorse funzionali in ogni ambito. Dico questo da Presidente di una Lega che, qualche anno fa, ha portato avanti una ristrutturazione interna con una riduzione di un terzo. A cosa è servito? A nulla, lo dicono i fatti. Perché è stata solitaria e non di sistema”.

SEMI PROFESSIONISMO

“Se penso all’iter ed ai tempi in cui è rimasto sospeso l’apprendistato, non mi sembra un argomento di grande attualità per quanto molto importante per il calcio. Va definito, per arrivare ad una tranquillità gestionale di molti club, oggi presi dalle attuali due dimensioni del professionismo e del dilettantismo”.

SOSTENIBILITA’ ECONOMICA

“La sostenibilità è una parola chiave. Non solo dal punto di vista economico-finanziario, ma anche sportivo. Sono contento che, attraverso le richieste garanzie su un “extra-budget”, anche le altre due Leghe professionistiche hanno seguito il solco tracciato dalla Lega Pro. Noi dobbiamo favorire gli investimenti ed i nuovi capitali nel calcio, ma questi possono arrivare attraverso le regole, prima fra tutte quelle che devono tutelare i presidenti che mantengono una gestione corretta e bilanciata rispetto a quelli che, pur di avere risultati, si spingono oltre le possibilità e, magari, mettono in conto di subire penalizzazioni. Dalla stagione 2018/19 abbiamo norme che ci hanno dato sicurezza in questo senso anche per il corretto pagamento degli stipendi. Fino a qualche tempo fa, le Leghe accompagnavano fino a fine campionato situazioni pesanti ed insostenibili che creavano alterazione. Ora, a costo di sopportare dolorose vicende come quella del Trapani, chi non è all’altezza, esce anzitempo dal campionato”.

Rapporti calciatori-società

“Con l’AIC abbiamo una continua interlocuzione, siamo impegnati in molti progetti ed iniziative. Per la sostenibilità è necessario poter contare su una effettiva flessibilità delle remunerazioni, perché il carico per chi retrocede può essere devastante. Il rischio è che il giocattolo si rompa. Mi metto dalla parte dei calciatori, rovesciando la visuale, e credo che abbiamo interesse primario a che ci siano le società in grado di fare calcio. Trovare la giusta flessibilità non solo consente ai club di avere continuità ma anche ai calciatori di continuare a lavorare con dignità”.

Le seconde squadre

“Non sono juventino e posso dire che la Juventus ha vinto per nove anni di fila perché ha saputo anticipare i progetti, ha saputo guardare avanti. E lo ha fatto anche con la sua Under 23 che – basta leggere il bilancio – è diventato un laboratorio che ha consentito al club di fare mercato e di gestire calciatori in Italia ed all’estero, mantenendo anche un serbatoio per la prima squadra. Questo si traduce in vantaggi economici e patrimoniali oltre che sportivi. Ora che abbiamo eliminato la stortura delle “multiproprietà”, la seconda squadra è una grande opportunità”.

Le innovazioni

“La generazione Z trova noioso il calcio. Ci lancia un allarme per il futuro. Dobbiamo saperlo cogliere rendendo il nostro prodotto sempre più aperto, coinvolgente ed accattivante. La Lega Pro ha avviato per prima il percorso degli e-sport. La Lega Pro ha capito per prima l’importanza della trasmissione dei contenuti via streaming. La Lega Pro ha saputo offrire il proprio campionato in tante piattaforme, per avvicinare i nostri fan. Abbiamo un bacino potenziale di 5,6 milioni di utenti, solo a voler rimanere nelle nostre città. Dobbiamo lavorare in questa fase di ripartenza per consolidare queste intuizioni che altri ci copiano ma che ci rendono consapevoli di essere sempre sulla strada delle innovazioni. Oggi come ieri con playoff e playout, con i tre punti, con i budget-tipo e le altre novità che abbiamo portato avanti”.

Il calcio femminile

“Una sfida per il calcio italiano. Vedo in futuro una “Lega” per il calcio femminile ma dobbiamo approcciare questo settore come opportunità. Se si ragiona con elementi legati alle risorse bisogna saper lavorare. Il tessuto della Lega Pro può essere un grande bacino per quello che è il calcio femminile di vertice, ma devono esserci le giuste condizioni per potermi consentire di convincere le società ad investire in questo settore, a fare formazione e a sviluppare progetti che abbiano una loro sostenibilità”.