Gabriele Remaggi è uno dei giornalisti più completi e dal curriculum maggiormente ricco nell’ambito ligure, e non solo. Fino al 1996 lavora a “Il Secolo XIX occupandosi prima di calcio dilettanti, poi di Genoa e Sampdoria. Successivamente passa a “Il Lavoro” per il quale si occupa soprattutto di rugby. Dal 2000 al 2005 scrive su “Il Giornale” mentre dal 2000 al 2002 collabora con il “Corriere dello sport”. Mette poi al servizio de “La Gazzetta dello Sport” e Gazzetta.it la propria competenza.
Sul fronte televisivo, molto prestigioso il biennio a Sky Sport (2005 – 2006), mentre, a livello locale, matura una buona esperienza sugli schermi di Telecittà. Attualmente lavora per l’edizione savonese de “La Stampa”.Gabriele Remaggi è il giornalista della settimana di Pianetagenoa1893.net
Che ne pensa del girone di andata del Genoa fino a questo momento?
«Sarebbe potuta andare meglio ma anche peggio. La squadra ha potenzialità maggiori rispetto a quelle che è riuscita ad esprimere finora. Merita un 6 di stima. Una prima fase di stagione caratterizzata anche dal cambio di allenatore: Gasperini è stato un po’ cocciuto ad insistere sul 3-4-3 anche quando, a causa degli infortuni, non aveva più i tre davanti, e ciò lo ha costretto a pagare dazio anche in termini di risultati. La società, però, non ha avuto voglia di aspettarlo perché probabilmente si era rotto qualcosa a livello di armonia. In sede di presentazione del nuovo tecnico, il presidente Preziosi ha affermato che Ballardini non è un fenomeno ma un aziendalista. A mio avviso si sta dimostrando una persona seria, che si è calata subito bene nell’ambiente. All’inizio è rimasto molto in silenzio, ha ascoltato parecchio; poi ha iniziato a disegnare la squadra. Una filosofia diversa ma non del tutto opposta a quella di Gasperini. L’ex tecnico ribadiva che la propria squadra avrebbe dovuto segnare un gol in più degli avversari, il Genoa di Ballardini, invece, punta a subirne uno di meno».
Sotto quali aspetti il Genoa necessita immediati miglioramenti?
«Il difetto principale è quello legato alla scarsa vena realizzativa. Il Genoa segna poco, a differenza delle stagioni principali. Inoltre, anche quest’anno si ripropone il problema del centrocampo. Nello scorso campionato la squadra ha sofferto le frequenti assenze di Juric e la mancanza di filtro. Juric ha appeso le scarpette al chiodo ma non è stato posto rimedio».
La classifica attuale rispecchia il campionato del Genoa a livello di prestazioni?
«Io sono convinto che la graduatoria sia sempre fedele, e che i discorsi relativi alla sfortuna e agli arbitraggi siano piuttosto vuoti. Prima di stilare bilanci è necessario ricordare che mancano ancora tre giornate al termine del girone d’andata e che il Genoa potrebbe ancora girare a trenta punti. In una piazza come quella genoana, tre vittorie consecutive avrebbero l’effetto di un vento impetuoso, mentre altrettanti risultati negativi finirebbero per deprimere l’ambiente».
Che cosa si aspetta dal mercato rossoblù nella sessione di gennaio?
«Innanzitutto non vorrei vedere una squadra rivoluzionata, come accaduto altre volte. Credo che la società andrà decisa su qualche obiettivo ma, nello stesso tempo, si muoverà con i piedi di piombo. Resta possibile lo scambio Diamanti – Kharja, con l’attuale tecnico del Brescia Mario Beretta che conosce molto bene il marocchino. In chiave futuro, invece, uno dei nomi più caldi potrebbe essere quello dello spagnolo Canales».
Che ne sarà di Andrea Ranocchia?
«Sarebbe già un dispiacere se dovesse partire a giugno, figurarsi a gennaio. Ranocchia è un giocatore bello da vedere, oltre che efficace. Inoltre, in questo momento, il suo contributo è importantissimo. L’Inter potrebbe mettere sul piatto della bilancia Santon, che si è perso e non si è ancora ritrovato, e Mariga, che è un buon giocatore e niente più. Sarebbe un errore, però, credere che il campionato in corso sia ormai compromesso. Se Borriello sostiene che la Roma possa ancora vincere lo scudetto, il Genoa, a maggior ragione, è ancora in grado di ambire ad un piazzamento europeo. E’ altresì doveroso notare che, fino a questo momento, tranne l’Inter nessuno sta fallendo la stagione».
Il Genoa ha bisogno di un vice Toni?
«Piuttosto di una spalla per l’ex romanista. Palladino è quasi evanescente, non è né carne né pesce, anche a causa dei continui infortuni che lo attanagliano, Rudolf è bravino fino alla tre quarti ed è più adatto a scendere in campo a partita in corso, Destro è promettente ma ancora acerbo, mentre Jankovic si sta riprendendo e, una volta tornato in forma, potrebbe essere il giocatore ideale per le sue capacità di agire nello stretto. Sculli vicino alla porta può segnare qualche gol in più, anche se, a livello tecnico, il migliore è senza dubbio Rodrigo Palacio. L’argentino possibile arma alle spalle di due punte? Non credo sia il suo ruolo congeniale: in quella posizione è necessario mordere anche le caviglie».
[Claudio Baffico – Fonte: www.pianetagenoa1893.net]