Stavolta è meglio limitarsi alla mera descrizione della partita, di questo soporifero 0-0 tra Genoa e Bologna in quel di Marassi. Inutile farsi salire la rabbia e aumentare la dose di ansia pensando alla Roma formato stracchino che si è fatta spalmare a Catania (bravo Garcia, complimenti, un bel tacer non fu mai scritto), valutando le reali possibilità di salvezza di un Chievo in palese caduta libera, o lanciandosi in pronostici più o meno apocalittici su Fiorentina-Sassuolo di martedì sera. Limitiamoci a parlare del tenero Alberto Gilardino, che quasi si disinteressava del pallone ogniqualvolta transitasse dalle sue parti, dell’atteggiamento estremamente caritatevole di tutti i giocatori di Gasperini, dei gol clamorosamente sbagliati nella ripresa da Bianchi al 12’, con un destraccio al volo alto sopra la traversa dopo una splendida azione sull’asse Kone-Friberg, e da Paponi al 39’, con un sinistro da posizione favorevole deviato in corner da Perin, dopo un perfetto assist dello stesso Bianchi. La sensazione? Pareggio doveva essere e pareggio è stato. E ringraziare, vista la pochezza, per non dire l’inconsistenza, della nostra squadra.
Una gara anonima, come detto, proprio perché apparentemente incanalata verso un finale scontato, con il Genoa già in vacanza ma comunque conscio della propria superiorità, e il Bologna a guardare negli occhi gli avversari e a convincersi che sì, un punto è pur sempre meglio di zero. Anche se nel frattempo Barrientos e Bergessio stavano riaccendendo l’entusiasmo di una piazza intera, anche se tra due giorni al Franchi il Sassuolo avrà tra i piedi un vero e proprio ‘safety point’, seppur molto complicato. Certo, se ancora una volta tutte le tessere del mosaico si incastrassero alla perfezione, se quei miseri 29 punti servissero per essere nuovamente padroni del proprio destino, allora cambierebbe tutto, allora non ci sarebbero più scuse, domenica prossima la sfida contro gli etnei (senza Cherubin, diffidato e ammonito) dovrebbe per forza rappresentare la partita della vita. Ma è preso per dirlo.
Questa sera siamo virtualmente salvi, ma l’aria che si respira non è ovviamente quella fresca della tranquillità, tutt’altro, è pesante come un macigno. La voragine della Serie B rimane lì, alle nostre spalle, quasi fosse indecisa se risucchiarci subito o farci agonizzare fino all’ultimo secondo dell’ultima giornata. Siamo sospesi in un limbo, sorretti e guidati solo dalla nostra incrollabile fede nella maglia rossoblù. Ma non è finita finché non è finita.
[Simone Minghinelli – Fonte: www.zerocinquantuno.it]