Una gara anonima, come detto, proprio perché apparentemente incanalata verso un finale scontato, con il Genoa già in vacanza ma comunque conscio della propria superiorità, e il Bologna a guardare negli occhi gli avversari e a convincersi che sì, un punto è pur sempre meglio di zero. Anche se nel frattempo Barrientos e Bergessio stavano riaccendendo l’entusiasmo di una piazza intera, anche se tra due giorni al Franchi il Sassuolo avrà tra i piedi un vero e proprio ‘safety point’, seppur molto complicato. Certo, se ancora una volta tutte le tessere del mosaico si incastrassero alla perfezione, se quei miseri 29 punti servissero per essere nuovamente padroni del proprio destino, allora cambierebbe tutto, allora non ci sarebbero più scuse, domenica prossima la sfida contro gli etnei (senza Cherubin, diffidato e ammonito) dovrebbe per forza rappresentare la partita della vita. Ma è preso per dirlo.
Questa sera siamo virtualmente salvi, ma l’aria che si respira non è ovviamente quella fresca della tranquillità, tutt’altro, è pesante come un macigno. La voragine della Serie B rimane lì, alle nostre spalle, quasi fosse indecisa se risucchiarci subito o farci agonizzare fino all’ultimo secondo dell’ultima giornata. Siamo sospesi in un limbo, sorretti e guidati solo dalla nostra incrollabile fede nella maglia rossoblù. Ma non è finita finché non è finita.
[Simone Minghinelli – Fonte: www.zerocinquantuno.it]
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