Nonostante il contesto difficoltoso, allo scombussolamento tattico e morale seguente l’inferiorità numerica, nel secondo tempo il Catania sostituisce più coraggio, quello sufficiente a metter nelle certezze del Genoa almeno un tarlo. Meglio in dieci con la difesa a quattro che in undici con difesa a tre. Benché la scelta iniziale fosse plausibile, i risultati confermano l’inefficienza rossazzurra con modulo altro a quello più consueto.
Maran legge e segue l’indicazione. Al 19° st tira fuori Lodi e Plasil per ripristinare l’attacco a tre punte: Fedato, Keko, Monzon. A centrocampo Rinaudo ed Izco. Leggera la prestazione di Lodi, limitata ad una sola punizione, calciata nel secondo tempo. Tuttavia, privarsi del miglior calciatore di piazzati è sì segnale di forte convinzione delle proprie scelte, ma dall’altro lato azzera la possibilità di metter dentro il pallone su palla inattiva: per una squadra in inferiorità numerica è un gran sacrificio.
Andujar, lanciandosi all’angolino su punizione di Fetfatzidis, tiene in vita il risultato. Maran gioca il tutto per tutto, inserendo anche Leto: al posto di Keko. Si aprono gli spazi, Gilardino a tu per tu, angola male mandando fuori d’un soffio il pallone del possibile due a zero. La gara si chiude con 5′ di anticipo. La conclusione centrale di Sturaro, in diagonale, viene trasformata in gol da Andujar. Sebbene propositivo, il Catania del secondo tempo ha sì il merito di tenere in bilico la gara fin quasi al termine, ma non riesce mai a concludere pericolosamente dalle parti di Perin. Sterile l’attacco titolare, quello di riserva poteva far meglio? Le speranze vengono frustrate dalla realtà.
Il Catania conclude così la sua quarta trasferta senza gol e ringrazia le concorrenti nel non esser riuscite a far meglio. Unico dato positivo: la reazione emotiva che nel secondo tempo non si ferma nemmeno al secondo gol genoano. Prosegue fino al fischio finale. Il resto, tutti dati arcinoti. La salvezza resta ancora in gioco: per demerito di tutti. Il Catania sa da dove ricominciare, dal Massimino. Ma non basterà la ‘parola’ per aver la meglio sul Cagliari.
[Marco Di Mauro – Fonte: www.mondocatania.com]
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