Il Genoa c’è. È vivo. E la partita “tutto cuore” di mercoledì contro il Milan campione d’Italia ne è stata la dimostrazione. Ora però, per tenersi a distanza un Lecce con il coltello tra i denti, servono i punti. L’arrivo di Luigi De Canio sulla panchina rossoblù sembra aver dato nuova linfa ad un gruppo che, fino a domenica scorsa, era sull’orlo di una crisi di nervi. Serve una conferma, già dalla trasferta di domenica contro il Bologna, per restituire credibilità e fiducia ad una squadra che ha fin qui deluso ogni aspettativa. La salvezza, oltre agli incontri con Cagliari e Palermo in un Ferraris desolato, passerà anche dalla partita da “Mezzogiorno di fuoco” con i felsinei. Per analizzare il momento decisivo della stagione del Grifone e in occasione della rubrica de “Il giornalista della settimana”, Pianetagenoa1893.net ha intervistato Enrico Currò, giornalista di origine genovese e autorevole firma de “La Repubblica”.
Nonostante la sconfitta per 1-0 con firma di Boateng, il Genoa visto ieri ha mostrato segnali di vita.
Ora però bisogna fare i punti: i segnali di vita non servono più. L’approccio visto ieri a San Siro è promettente, ma per salvarsi servono i punti.
Merito di De Canio o risveglio improvviso dei giocatori?
Il merito dell’allenatore c’è: la squadra che ha messa in campo era determinata ed equilibrata. Mi è piaciuto il fatto di averli fatti giocare, non limitandosi a contenere le iniziative avversarie. C’è del merito ma c’è anche un aspetto sul quale vorrei evidenziare l’attenzione: ieri, al termine dell’incontro, ho visto tre giocatori rossoblù uscire con i crampi. Questo vuol dire che hanno datto e quindi il merito è anche loro.
Preziosi invocava una scossa per questo ambiente: in un modo o nell’altro, Luigi De Canio è riuscito a ricompattare e rivitalizzare il gruppo. La trasferta di Bologna è diventata meno proibitiva?
La differenza la devono fare le motivazioni. Se una squadra come il Genoa, nella situazione attuale, non riesce a trovarne, quando riuscirà a motivarsi? Confrontando gli incontri in sequenza del Milan, prima con il Bologna e poi con il Genoa, credo che la squadra di Pioli sia del tutto alla portata di quella di De Canio. Anche sul piano del gioco visto a San Siro. La differenza per i rossoblù liguri la dovranno fare le motivazioni, altrimenti è giusto che il Grifone occupi l’attuale posizione in classifica.
Lo spirito dei rossoblù messo in mostra ieri può essere quello giusto per sfidare il Lecce nella corsa per la salvezza?
In teoria il Genoa è in grado di non dipendere dalle sorti del Lecce, ma dalla propria, essendo sopra di un punto. Ora però bisogna passare alla pratica: le condizione mentali per essere concreti ci sono. Il nuovo allenatore è stato molto deciso nel spiegare ai giocatori, ammesso che non l’avessero ancora capito, che quando si lotta per non retrocedere non ci si può permettere di uscire dal campo senza aver dato tutto.
Cosa ne pensa dei provvedimenti del giudice sportivo per i fatti, ormai tristemente noti, di domenica scorsa?
Si dice che il Ferraris abbia un duplice effetto: trascinante quando il tifo è caldo, deprimente in situazioni simili a quelle di domenica scorsa. Bisogna passare aldilà dei discorsi teorici: ormai è successo ed è inutile interrogarsi sull’equità delle decisione prese. Il Genoa disputerà a porte chiuse le due partite in cui si giocherà il campionato. Da questo punto di vista, i giocatori non avranno più l’alibi della contestazione e forse paradossalmente non saranno nelle condizioni di svantaggio viste domenica.
Le porte chiuse con Cagliari e Palermo potrebbero trasmettere più tranquillità alla squadra?
Premesso quanto sia pazzesco che una squadra come il Genoa si sia ritrovata, a questo punto della stagione, ad avere il Ferraris praticamente contro e giocare le ultime due partite in una situazione clamorosamente asettica, perdendo il supposto vantaggio del pubblico a favore. Premesso tutto questo, i giocatori dovranno dimostrare di meritare la Serie A, che è un patrimonio per questa società, conquistato e difeso in questi ultimi anni, a parte questo, senza mai rischiare di perderlo. Sarebbe un delitto se il Genoa lasciasse la massima serie.
Sono di oggi, però, le voci delle pesanti penalizzazioni sul caso del calcio-scommesse: Siena, Lecce e Atalanta, a quanto pare, rischierebbero la retrocessione in Serie B. Solo voci, per ora, e guai a farsi distogliere dall’obiettivo della salvezza sul campo.
Sarebbe vergognoso se il Genoa, con la squadra che ha a disposizione, non riuscire a conquistar la salvezza sul campo. Prima di tutto, questo sono solamente voci: le accuse devono essere provate e se è per questo i processi devono ancora partire. Tuttavia, non sarebbe bello. La rosa del Genoa può contare 3-4 elementi di livello medio-alto: Granqvist ieri si è dimostrato un ottimo difensore, Kucka sta tornando ai suoi livelli, Belluschi mi ha sorpreso in quel ruoso e Palacio è semplicemente Palacio. Con elementi di questo calibro, e con un certo Gilardino in panchina, sarebbe pazzesco se il Genoa retrocedesse sul campo. Ora serve pensare alle prossime partite. E poi diciamocelo: restare in A a causa dei provvedimenti giudiziari extra-calcistici sarebbe qualcosa di assurdo, paradossale e in qualche modo deprimente.
Tralasciando i provvedimenti per le vicende extra calcistiche, chi la spunterà sul campo: Genoa o Lecce?
La squadra di Cosmi gioca bene e se confrontiamo il suo ritmo con quello del Genoa nel girone di ritorno, i tifosi rossoblù dovrebbero davvero spaventarsi. Il Lecce è una buona squadra, grazie ad un mercato per certi versi eccezionale, essendo stato svolto perlopiù con prestiti. È un organico costruito con fantasia ed abilità. E poi c’è quel Muriel, un potenziale campione. Il Genoa però non è inferiore. È indiscutibile che il mercato di gennaio, che ha portato giocatori come Belluschi e Gilardino, abbia rinforzato la rosa. Eppure la situazione è questa. E sarebbe davvero assurdo se il Grifone lasciasse la Serie A.
[Daniele Zanardi – Fonte: www.pianetagenoa1893.net]
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