Miei cari amici genoani da Boccadasse al Mato Grosso cominciamo la nostra chiacchierata odierna dal numero di gol incassati dal Genoa dopo la trasferta di Siena. Correva la quindicesima giornata, in cui il Grifone vinse senza subire reti. Il totale è di 17: una segnata dal Bologna, sei dal Napoli nella partita di recupero della prima giornata, tre dal Cagliari, due dall’Udinese e cinque dal Palermo. Senza contare le due pappine rifilate dall’Inter giovedì scorso in Coppa Italia.
Al contrario i gol segnati nelle stesse gare sono nove: un disavanzo di otto gol. Tanti, troppi che testimoniano la preoccupante perforabilità della difesa rossoblù. Questo dato era già sconfortante prima della gara di Palermo (erano 12) e considerato tutto ciò unito al fatto che, almeno per ora, la società non vuol prendere un altro difensore (soprattutto centrale, visto che abbondano anche se sono infortunati) il tecnico Pasquale Marino oggi avrà pensato: è meglio mostrare i muscoli contro i rosanero. E’ una scelta, coraggiosa o azzardata che sia, ma probabilmente nel periodo attuale è quasi obbligata per prendere di sorpresa gli avversari: quindi dentro un modulo 4-4-2 adattabile al 4-2-4 con gli esterni Sculli e Jankovic a galoppare sulle fasce come puledri. Ed in effetti i primi 20 minuti della partita al Barbera sembravano dar ragione all’allenatore. Palacio segna, Gilardino appoggia, il meccanismo funziona.
Tutto questo però avrebbe potuto portare un risultato positivo al Genoa, soltanto nel caso in cui ci fossero stati due centrocampisti che avessero costituito un muro alla fragile difesa. Col passare dei minuti Seymour e Biondini, nonostante la loro apprezzabile buona volontà, facevano capire che non potevano rivestire questo ruolo. Lo ha capito il tecnico siciliano Bortolo Mutti che ha mutato la squadra dal 4-3-1-2 al veloce e ficcante 4-3-3: ed è stata notte fonda per il Vecchio Balordo. Secondo me, conta relativamente il fatto che la maggior parte dei gol sia arrivata dai calci piazzati: il Palermo correva e creava tante occasioni per infilare la difesa da sembrare una grandinata che colpiva ovunque. Se non c’erano gli angoli, ci sarebbero state altre opportunità. Nel secondo tempo entra Kucka per il povero Sampirisi, maltrattato da Miccoli, e si passa a un 3-5-2 più coperto. Lo slovacco (finalmente) non ha giocato male: poi è entrato Jorquera che ha dimostrato di saper far male ai siciliani. E mi auguro che Marino lo schieri titolare: è l’unico giocatore dotato di fantasia ed imprevedibilità.
A questo punto mi auguro che il Genoa riveda le sue decisioni e prenda un altro difensore. Aspettare il recupero soprattutto di Dainelli (su cui il tecnico non ha precisato date e tempi particolari) potrebbe essere pericoloso. Mi sembra adatta al Genoa la scelta di prendere l’ungherese Tozser, come ha annunciato ieri l’ottimo e informatissimo Gianluca Di Marzio. Ho notato che è un “mastino” centrale della linea mediana: ora ne occorre un altro. O meglio, occorre chiarire il “caso” Kucka: resta o no? Altrimenti ben venga Biagianti. Sarebbe meglio lasciar perdere Cerci: non è quello il ruolo in cui la rosa rossoblù è scoperta.
E domenica arriva il Napoli, temibile per il ricordo delle sei reti dell’andata, anche se viaggia quest’anno tra molti alti e bassi. Si spera di recuperare Constant o Rossi per la difesa dai loro problemi fisici. Occorre anche un altro recupero, ma di tipo mentale: quello di Moretti. Vorremmo rivedere finalmente il giocatore di Valencia che incantava con le sue giocate. E’ forse chiedere troppo?
[Marco Liguori – Fonte: www.pianetagenoa1893.net]
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