«Le partite durano 90 minuti…regola prima toccare il pallone, regola seconda tirare in porta». Questi frasi fatte sono ovvie per voi tutti, miei cari amici genoani da Boccadasse al Mato Grosso che siete tutti ottimi intenditori di calcio, ma sono necessarie per capire la prestazione odierna del Genoa. La squadra ha fatto un deciso passo in avanti sul piano della volontà e dell’impegno rispetto alla prestazione «senza capo, né coda» di una settimana fa a Siena. Grifone volitivo che era riuscito, soprattutto nel primo tempo, a contrastare efficacemente il Napoli a centrocampo. Non a caso i rossoblù hanno ottenuto la superiorità territoriale sugli azzurri (8 minuti e 09 secondi contro 07′:56″). Si sono visti finalmente i tentativi di tiro in porta: le statistiche della Lega di A ne riportano 14 in totale, di cui 5 nello specchio della porta.
Purtroppo il dominio genoano è durato soltanto 70 minuti circa: poi è salito in cattedra il Napoli, o meglio, la coppia Hamsik-Cavani. In più gli uomini di Delneri hanno cominciato a disunirsi tra centrocampo e difesa, concedendo due errori a un avversario che non perdona e ha segnato la seconda e la terza rete. Insomma, la mano del tecnico rossoblù inizia a delinearsi: il problema è che (scusate l’ennesima ripetizione, ma è doverosa) il campionato è una gara per regolaristi e non aspetta chi non riesce a conquistare punti. Non attende chi ha stava vincendo per 2-1 e si ritrova a fine gara sul 2-4. E così facendo, grazie al “vizio di fabbrica” del non riuscire a tenere il risultato (come avveniva con De Canio), il Genoa è scivolato al terzultimo posto in zona pericolo a 9 punti.
Domenica prossima ci sarà la stracittadina genovese. Sarà un derby in cui la posta sarà quella già quella dei punti salvezza. Dispiace molto, poiché si sarebbe voluto una gara in cui ci si giocavano ben altri obiettivi. C’è sempre quello principale: la supremazia cittadina. E il Genoa non può fallirlo.
[Marco Liguori – Fonte: www.pianetagenoa1893.net]