«Adda passà ‘a nuttata», deve passare la notte con tutti i problemi. Sicuramente questa celebre frase, miei cari amici genoani da Boccadasse al Mato Grosso, contenuta in “Napoli milionaria” del grande Eduardo De Filippo sarà balzata in mente al presidente Enrico Preziosi dopo la pessima prova offerta stasera dal Genoa. E il massimo dirigente l’avrà pensata anche durante il colloquio con Davide Ballardini negli spogliatoi dello stadio San Paolo.
Come sapete, teorizzavo una squadra con centrocampisti di contenimento come Kucka, Matuzalem e Olivera, con al massimo Jankovic come supporto per l’attacco a una punta. E invece il tecnico ha schierato un 3-2-4-1, con due mezzepunte, Bertolacci e Rigoni, e due ali, Jankovic e Antonelli, a sostegno di Immobile che è un attaccante di movimento, non un centravanti vero e proprio, e che necessita di una spalla per operare al meglio. Miglior regalo al Napoli, per di più in gran forma, non si poteva fare. I primi 15 minuti avevano illuso i rossoblù che si erano presentati tre volte nei pressi della porta di De Sanctis. Poi gli azzurri hanno preso il sopravvento: il centrocampo del Grifone non faceva filtro alle folate in contropiede avversarie. La logica conseguenza è stato l’uno-due di Pandev e Cavani.
É vero che c’erano giocatori in diffida da impiegare nel derby di domenica prossima: ma in campo c’erano i due diffidati Portanova che non ha sfoderato la solita prestazione da “guerriero” e Antonelli che è andato via via scomparendo nel corso della partita. Nel secondo tempo ci si attendeva il cambio di uno spento Jankovic con Borriello: macché, dentro Olivera, Jorquera e Vargas, un trio di ulteriori mezzepunte “spuntate” che hanno creato ulteriore confusione nelle fila rossoblù. Alla fine l’unico che si è salvato nel marasma è stato Frey che ha svolto almeno quattro parate decisive, incluso il rigore parato a Cavani.
«Adda passà ‘a nuttata» dicevo. Nei febbrili minuti del vertice tra presidente, allenatore e direttore sportivo Foschi ho ipotizzato che la notte del Genoa poteva passare in alcuni modi. Il richiamo di uno dei due allenatori precedenti (De Canio o Delneri) oppure, sorpresa delle sorprese, l’arrivo di un ulteriore nuovo tecnico. Ma si è scelto per la conferma di Ballardèn: ma la sensazione (ripeto è soltanto una mia sensazione, non suffragata da riscontri) è che la sua è una fiducia a tempo. O vince il derby oppure potrebbe passare la mano. Anche stavolta sarà una stracittadina “povera”, considerata anche la prestazione infelice della Sampdoria contro il Palermo al Ferraris. Ma tutti lo speriamo: «Adda passà ‘a nuttata» per il Genoa.
[Marco Liguori – Fonte: www.pianetagenoa1893.net]
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