Genoa, il punto: squadra senza capo, nè coda

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logo-genoaAltro che squadra camaleonte: è senza né capo, né coda. Aggiungerò di più, miei cari amici genoani da Boccadasse al Mato Grosso: il Genoa non si adatta all’avversario per capirne le debolezze e sfruttarle, ne subisce il gioco e basta. Lo si è visto stasera a Udine, a cominciare dal reparto centrale che non ha costruito e, soltanto a malapena, tamponato gli attacchi dell’Udinese. Gilardino e Konatè hanno avuto ben pochi palloni da giocare.

É ovvio che se si tira una sola volta in porta (con Konatè) e l’avversario prova e riprova, sia pure se con non tanto ordine, alla fine il “golletto” ci scappa. Va bene il 3-5-2, va bene il catenaccio, ma occorre necessariamente il contropiede per tenere sulla corda i difensori dell’altra squadra. Il Grifone non ha fatto nulla di tutto questo: come un pugile ha incassato, fino a quando non è crollato al tappeto. Non si comprende che tipo di gioco, oltre che di modulo, voglia adottare il tecnico Liverani: gli esterni acquistati negli ultimi giorni di mercato (Stoian, Fetfatzidis e Centurion) servono oppure no? Stoian è entrato, ma a pochi minuti dalla fine. Preoccupa molto lo stato di forma di Bertolacci e Lodi: il primo era stato determinante l’anno scorso, mentre il regista era partito con buone prospettive ma ora si sta dimostrando fiacco.

Sabato pomeriggio arriva il Napoli e sarà una splendida festa tra le due tifoserie: un gemellaggio che dura da oltre 31 anni. La squadra di Benitez che adotta il 4-2-3-1 con tanta aggressività e tecnica. C’è un solo modo per metterla in difficoltà: pungerla in contropiede, pressare la difesa e tirando, vivaddio, in porta. Ma se non riuscisse per l’ennesima volta a svolgere questo tipo di gioco e continuasse a balbettare, bisognerà rassegnarsi a subire.

[Marco Liguori – Fonte: www.pianetagenoa1893.net]