Genoa-Juventus 0-1: Buffon strega Calaiò, perla scudetto di Pirlo

Un tuffo a sinistra di Buffon, una magia all’incrocio di Pirlo: due tocchi di classe, da campioni del Mondo, hanno permesso alla Juve di espugnare ‘Marassi’, stadio storicamente mai facile, e di superare il Genoa, in grande spolvero atletico. A lunghi tratti padrona del campo, la squadra di Gasperini ha disputato la partita della vita, mancando solo in fase conclusiva, dove ha sciupato tanto, finanche un rigore con Calaiò. Grazie al riflesso del suo capitano, decisivo proprio nella serata in cui ha raggiunto Zoff nella classifica dei fedelissimi bianconeri, ‘Madama’ è rimasta in piedi ed ha assestato il colpo da tre punti con una punizione pregevole di Pirlo. La Roma, per quanto con due partite in meno, scenderà in cespo stasera a meno 17.

Scelte obbligate per Conte: senza Tevez e Marchisio (alla seconda di fila Osvaldo, di nuovo titolare Pogba), ha dovuto fare a meno anche di Barzagli, fermato durante il riscaldamento dal riacutizzarsi del problema al polpaccio (dentro Chiellini). Scelte sorprendenti per Gasperini, che ha schierato una difesa praticamente a 4 (Motta molto basso) ed collocato al fianco di Gilardino Sculli, di nuovo attaccante come quando era un ragazzino nella Primavera della Juve, come quando con la maglia del Modena fece la sua epifania nel grande calcio.

Avvio di fumo e studio, cori e contrasti: il Genoa è partito ad alto ritmo per non dare tempo di ragionare ai bianconeri, “Madama” ha preferito attendere. Studio prolungato, agonismo esasperato; Gasperini contento dei movimenti sincronizzati della sua retroguardia, Conte insoddisfatto di quelli dei suoi attaccanti. Il primo guizzo è arrivato al 20′: Osvaldo è anche andato in rete, ma dopo che l’arbitro aveva già fischiato il fuorigioco dell’oriundo sul rimpallo di Llorente che lo aveva liberato in area. Dall’altra parte, invece, il futuro (?) compagno di Nazionale Gilardino si è preoccupato solo di dare calci a destra e manca: incapace di prendere il pallone agli avversari, si è divertito a cogliere le loro gambe, con la colpevole complicità dell’arbitro. A tirare, ci ha pensato al 27′ Bertolacci, che ha sprecato un ottimo contropiede rossoblu con un tiro sballato. Un minuto dopo, per una gomitata a Bonucci molto poco involontaria, il giallo a Gilardino: alleluia.

Partita di lotta, stilisticamente deplorevole, fin troppo intensa. Così la voleva il Genoa e così ha ottenuto che fosse, con pressing feroce, aggressività famelica, marcature di fatti a uomo. È mancata incisività offensiva al ‘Grifone’, che al 37′ ha sciupato un’ottima occasione con Bertolacci, attento più a protestare per un disturbo (effettivo: ci stava il rigore) di Lichtsteiner che a dolersi per il colpo di testa fuori giri sottoporta. A protestare, è stato pochi secondi dopo anche Osvaldo: lanciato da un tacco sopraffino di Pogba, l’azzurro ha scavalcato di nuovo Perin e poi si è trovato a dover esclamare «di nuovo» dinanzi alla bandierina alzata (erratamente) dal guardialinee. Di un soffio fuori, a seguire, un diagonale da sinistra del francesino evidentemente ispirato.

Il nulla fino al 10′ nella ripresa, poi la fiammata rossoblù. Dinamica simile al gol annullato alla Juve: tacco di Gilardino per Bertolacci, ancora lui, che ha mandato Chiellini al tappeto con una finta, ma poi si è emozionato davanti a Buffon (bravo a restare in piedi fino all’ultimo), colpendolo in pieno. Sul proseguo, di poco a lato una bordata da destra di Motta. Si pensava potesse calare il Genoa, invece gli uomini di Gasperini hanno se possibile aumentato il ritmo, tanto da costringere quelli di Conte al fallo tattico pur di non frazionare le loro azioni. Un tiro fragile da fuori area, l’ultimo sussulto di Gilardino, che ha lasciato spazio a Calaiò.

Mano volontaria o mano involontaria? Nell’arco di sessanta secondi, Mazzoleni ha dato diversa interpretazione di episodi simili: il braccio largo di Antonelli a due passi da Llorente è stato giudicato involontario, quello di Vidal su tocco di Calaiò da altrettanti pochi centimetri volontario. Al 27′, così, il Genoa ha avuto dal dischetto la sua occasione colossale per capitalizzare la sua supremazia atletica. Ma Buffon, come mai in questa stagione, si è ricordato di quando sfoggiava la maglia con la ‘S’ di Superman e si è opposto al tentativo di trasformazione proprio di Calaiò.

Dalla Confedration, Gigi non parava un rigore. Dal 21 gennaio, Quagliarella non metteva piede sul terreno di gioco: complice la moria degli attaccanti, Conte si è convinto a togliere il cellophane alla punta stabiese, fuorilista in Europa e (fino a ieri) fuorigioco in Italia. Entrato al 34′, l’ex Napoli si è fatto inquadrare per una botta presa e poi per una punizione (furbamente) conquistata al limite dell’area. Cosa marginale? Se suo pallone ci va Andrea Pirlo, no. Al 43′ di una partita difficile, a lungo vissuta da lui e dai suoi compagni in affanno, quando mantenere il pareggio pareva unica soluzione ragionevole, il regista bianconero ha tracciato una magia da Oscar: delizia forte, tagliente, all’incrocio dei pali, dove Perin non sarebbe potuto arrivare manco partendo un minuto prima.
Esultanza da Scudetto, gol da Scudetto.

[Giuseppe Piegari – Fonte: www.goalnews24.eu]

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