GENOVA – Un Genoa contraddittorio almeno per quanto riguarda le prestazioni della propria difesa. Innalzata sugli scudi per aver subito solo 5 reti nelle prime 8 partite di campionato, esattamente come la Juventus, i rossoblu hanno preso altrettanti gol nelle ultime 3 partite disputate.
E se sottraiamo a queste ultime partite quella vittoriosa per 3-0 contro il Milan, è ancora più evidente l’altalena delle prestazioni, con i picchi negativi di 2 gol subiti nel derby e addirittura 3 presi domenica all’ora di pranzo contro l’Atalanta di Gasperini.
Le ipotesi che si fanno sono relative ad un calo fisico, ma sono in numero sempre crescente gli addetti ai lavori che individuano nell’insieme della retroguardia del grifone alcuni meccanismi un po’ troppo prevedibili e ripetitivi, sia in fase di ripartenza che di ripiegameto.
I nomi dei difensori sono comunque di tutto rispetto e al centro c’è un Burdisso al quale non possono certo essere mosse accuse di debacle o di carenza di prestazioni. Ed è proprio per questo che si pensa ad analizzare i meccanismi di copertura.
Contro l’Atalanta è stata sperimentata la difesa “argentina” formata infatti da Munoz, Burdisso e Gentiletti, lasciando in panchina Orban spesso bersaglio delle critiche soprattutto da parte dei tifosi, ma il risultato è stato quello che sappiamo.
Occorre anche sottolineare che sono altrettanto numerosi coloro i quali sostengono che si tratti di situazioni contingenti dovuti a casualità e a un normale susseguirsi di eventi. Contro la Samp infatti il secondo gol è stato un autorete di Izzo dovuta ad un rimpallo sul portiere, e la prova di Munoz contro l’Atalanta potrebbe essere stata condizionata dall’ammonizione comminata al giocatore in apertura di gara.
Insomma non mancano gli argomenti per sostenere sia la tesi di un calo di rendimento come per il contrario. Sta di fatto che i numeri sono questi, e in sole 2 partite il grifone ha visto crollare una fama di difesa impenetrabile che aveva colpito l’immaginario degli appassionati.