“Il Genoa è diventato una squadra, ma ora servono i risultati”. E’ questa l’opinione di Guido Martinelli, giornalista di Telegenova, intervistato ieri nella terza puntata del programma radiofonico “Pianetagenoa On Air”, in onda su Campuswave.it ogni lunedì dalle 16 alle 17, ora disponibile nel Podcast di tutte le puntate. Nella chiacchierata di ieri, Martinelli ha fatto il punto sulla situazione del Grifone e sulla decisione di disputare a Brescia l’importantissimo match contro il Cagliari.
Nessun punto nelle ultime due partite, ma almeno il Genoa sembra più vivo.
Basta confrontare il regime degli allenamenti. Ora sembra di vedere una vera squadra, a differenza delle precedenti gestioni di Malesani e Marino. È un peccato non aver usufruito prima di De Canio, che stimo molto e che con più tempo a disposizione avrebbe potuto ottenere qualcosa in più dei suoi predecessori. Ora dovrà provarci lo stesso, anche se mancano solamente tre partite alla fine del campionato. C’è poco tempo, ma c’è la speranza di vedere dei cambiamenti anche nel risultato e dei miglioramenti nella fase difensiva, il vero tallone d’Achille di questa squadra. Purtroppo, con un peso simile, non si vedono effettivi margini di vittoria perché, pur segnando, il Genoa subisce gol in tutte le maniere. A De Canio spetta l’arduo compito di dare un’aggiustata a questa tremolante difesa.
Dopo gli avvenimenti di Genoa-Siena, come giudica l’atteggiamento dei direttori di gara nei confronti del Grifone?
Quello che è successo due domeniche fa ha talmente indignato l’opinione pubblica, che, a mio avviso, dovrebbe indignarsi per cose ben più gravi, da condizionare l’approccio degli arbitri di fronte alla maglia a quarti rossoblù. Il rigore negato a San Siro contro il Milan e la direzione discutibile di Bologna fanno pensare ad un ipotetico programma pregresso del Palazzo per farla pagare al Genoa.
Torniamo agli aspetti tecnici: valutando le attuali condizioni di Gilardino, non sarebbe arrivato il momento di schierare Zè Eduardo da titolare insieme a Palacio?
A questo punto bisogna provarle tutte. È vero che non è il momento degli esperimenti, perché la situazione del Genoa è tutt’altro che sicura. É anche vero però che tutti gli esperimenti disponibili sono stati testati, ottenendo solo risultati negativi. Mi dispiace per Gilardino. Forse la sua motivazione era solo quella di raggiungere la Nazionale, ma arrivare a Genova con un sostanzioso quinquennale e fare solamente stop di petto e sponde per Palacio è davvero poco. Zè Eduardo invece ha voglia di lasciare il segno qui a Genova, viste anche le reiterare lamentele per le numerose panchine. E poi Palacio non è una punta di ruolo: con un giocatore come il brasiliano potrebbe rendere di più. Il reparto più malmesso però è quello arretrato, nonostante gli elementi positivi a disposizione. Basta pensare al fatto sull’ultimo uomo deve andarci sempre Rossi, al quale non si può più chiedere un sacrificio così estremo in posizione di terzino.
Ma i problemi della fase difensiva arrivano anche dal centrocampo.
Gli elementi delle difesa, presi uno per uno, sono tutti positivi. È il centrocampo che costruisce poco e filtra ancora meno, esponendo la retroguardia alle incursioni offensive degli avversari che vanno in gol in ogni circostanza.
Assieme a Zè Eduardo, invece, un altro “nome nuovo” può essere quello di Birsa, che, nonostante l’opaca prestazione di Bologna, ha ben figurato a San Siro contro il Milan.
Mi ero chiesto più volte perché fosse stato acquistato e tenuto in naftalina per un anno, per poi riprenderlo e tenerlo di nuovo in naftalina. Al Genoa non manca fosforo: è infarcito di trequartisti. Mancano i mediani veri e propri. A parte Biondini, l’acquisto più eclatante del mercato di gennaio, non c’è nessun’altra pedina che possa sostituirlo: il centrocampo dovrebbe essere l’anima della squadra ma, in questo caso, è davvero male assortito.
Il Genoa invece giocherà a Brescia contro il Cagliari. E’ una decisione giusta?
Si sa che, quando piove, piove sempre sul bagnato. Per un verso credo sia giusto non al Lecce il vantaggio di sapere il risultato del Genoa, ammesso che, in caso di vittoria dei rossobù, non vada in tilt per il bisogno di vincere a tutti i costi. Per l’altro verso, Genova è la casa del Genoa e il fascino dello stadio, anche se vuoto, può comunque rappresentare un vantaggio. De Canio ha effettuato la mossa giusta nel tornare ad allenarsi a Pegli. Personalmente avrei scelto di giocare a Genova nel pomeriggio, lasciando al Lecce tutti i suoi problemi di valutazione.
[Daniele Zanardi – Fonte: www.pianetagenoa1893.net]