Gli ultimi giorni, in casa Milan, sono stati colmati più da notizie relative a futuribili, altisonanti, acquisti, quasi subito smentiti, a rimpasti societari con l’arrivo di nuovi soci, alla costruzione del nuovo stadio…insomma tante parole su quello che sarà, o dovrebbe essere, il Milan del futuro, e poche sull’attualità, che propone oggi, a Marassi, il delicato impegno contro il Genoa, attualmente terzo in classifica e, quindi, contender primario nella lotta per la conquista di quel terzo posto, imprescindibile, per realizzare tutti gli scenari futuri. Tanti gli ex in campo, sulla sponda rossoblu Antonelli e Matri (di cui si ipotizza un rientro già a gennaio), El Shaarawy tra i rossoneri. Le squadre sono quelle annunciate con Inzaghi che si affida ancora al tridente con il falso nueve e ad una difesa con Bonera e Armero sulla fasce, mentre fa il suo gradito rientro a centrocampo Montolivo.
Primo tempo. La posta in palio è alta, le squadre si temono ed iniziano guardinghe, il Milan difende basso, pronto a rilanciare i suoi scattisti, il Genoa, compatto e coeso, attacca a pieno organico, la prima occasione è per i rossoneri al 7′ quando, sulla riconquista a ridosso della mediana, Menez si invola verso la porta e calcia dal limite, il tiro è telefonato, Perin se la cava in due tempi. I rossoblù conquistano angoli su angoli ma la difesa ospite regge, al quarto d’ora Armero scodella verso il centro dell’area, El Shaarawy va allo stacco di testa, Perin para ancora senza troppe difficoltà. La partita è intensa e vibrante, al 27′ Menez strappa la sfera in pressing a Kucka sulla trequarti e si invola verso la porta, la conclusione è però centrale e Perin blocca ancora a terra. Al 29′ De Maio va ad impattare di testa, la sfera si perde alta, al 31′, sempre sugli sviluppi di un corner, Bertolacci calcia di prima intenzione sotto misura, Lopez si salva di piede. Al 32′, sull’ennesimo angolo, Antonelli anticipa Bonera e di testa, con l’aiuto del palo, realizza il suo terzo gol consecutivo, portando avanti i suoi. La reazione dei rossoneri è rabbiosa, alzato il baricentro sembra facile arrivare in area, ma la difesa di casa riesce a chiudere prima su Menez, poi su Montolivo, Perin si fa trovare ancora pronto prima su un colpo di testa ravvicinato di Mexes, poi su una conclusione dal limite di Bonaventura. Nel finale di tempo sono i genoani a sfiorare ancora la rete per due volte con Perotti, nel primo caso salva sulla linea Bonera, dopo un improvvido rinvio di Armero, poi è Lopez a parare a terra nei pressi del palo di destra.
Secondo tempo. Si ricomincia con gli stessi 22. Il tema tattico del match muta, il Genoa si mette 4-3-3 a copertura della propria area decidendo di fare intensità ma stando molto più basso, il Milan prende decisamente in mano il pallino dell’operazioni facendo un possesso palla infinito che, in spazi ristretti ed intasati, non trova sbocchi, la manovra è poco fluida, impacciata e prevedibile, la sfera corre troppo lenta. Al 52′, sugli sviluppi di una punizione di Honda rimpallata dalla barriera, calcia Mexes, vola Perin a bloccare. Al quarto d’ora fuori Montolivo, più che sufficiente il suo rientro, e dentro Poli, ma è il Genoa a rendersi pericoloso in ripartenza con un Perotti sontuoso, abile a ribaltare l’inerzia e a dribblare creando superiorità, imprendibile per la retroguardia rossonera, ma, comunque, mai, o quasi, Lopez deve intervenire. Al 70′ spazio anche a Pazzini per Honda, poi nel finale toccherà anche a Niang per El Shaarawy. Il Genoa difende sempre più basso, il Milan attacca per forza d’inerzia senza però dare l’impressione di poter creare pericoli veri, sicchè le uniche due opportunità risultano un tiro alto di De Jong all’82′ e una conclusione, su bella torre di Niang, di Bonaventura che si spegne mezzo metro sopra la trasversale al 88′.
Finisce con la sconfitta dei rossoneri che perdono così anche la loro imbattibilità esterna e vedono il terzo posto allontanarsi. Il Genoa vince con pieno merito per essere riuscito a concretizzare e per la ferrea organizzazione di gioco che mai ha lasciato spazi ai rossoneri, dimostrandosi, al momento più quadrato e più squadra del Milan.
Per i ragazzi di Inzaghi una sconfitta che fa male, originata dall’ennesimo gol subito sul palla inattiva, ma maturato per una manifesta incapacità nel rendersi pericoloso nella ripresa, dopo un buon primo tempo, giocato con la testa e rendendosi più volte pericoloso. Fa riflettere invece la seconda parte del match quando, chiamato a costruire, il Milan ha palesato tutte le sue lacune e difficoltà, sarà ma questo modulo senza punte, a difesa avversaria schierata, proprio non convince.
La strada verso la rinascita è ancora lunga, e non si può neppure dire che sia a buon punto…
[Giuseppe Floriano Bonanno – Fonte: www.ilveromilanista.it]