L’ambiente è infuocato e la rottura tra la società e i tifosi è sancita da tempo, e resa insanabile dall’atteggiamento oltranzista di entrambe le parti. Tutto a discapito del futuro del club più antico d’Italia, che, anche se non rischia la retrocessione, rischia seriamente di vedere compromesso il proprio percorso negli anni a venire.
Gioco e risultati latitano. Il bel Genoa, quello che batteva 3-0 la Juve, non si vede da un po’. Gli uomini simbolo, quelli che stavano trascinando i rossoblu, si sono spenti. Simeone su tutti. Il Cholito non segna da molte giornate e quello in campo sembra il suo sosia. Ma a non girare è tutta la squadra, a partire dalla difesa che subisce più del dovuto. Il cambio in panchina non sembra aver portato i frutti sperati, a dimpostrazione del fatto che il problema non era Juric.
Mandorlini, uomo di esperienza e di carisma, non può fare miracoli. É l’ambiente ad essere sfiduciato e trasmettere negatività ai giocatori e allo staff. Il tutto condito dai proclami del presidente Preziosi circa la volontà di vendere il club. Il futuro di Mandorlini, a questo punto, resta molto incerto
Domenica il Genoa affronta in trasferta un Udinese in gran spolvero. Potrebbe essere l’occasione per la squadra di fare pace con i propri tifosi, che domenica scorsa hanno dimostrato il loro malcontento protestando in maniera civile. Il loro obiettivo primario resta il presidente, che ritengono non all’altezza di guidare una società gloriosa come quella rossoblu. A fine stagione si tireranno le somme e scopriremo il futuro del Genoa.
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