L’assenza di D’Amborsio dà la possibilità a Pasquale o a Masiello di trovare spazio nell’undici iniziale e di conseguenza sfruttare l’occasione diventa fondamentale per non continuare a languire in panchina. Anche perché se è vero, ed è molto probabile che lo sia, l’ultimatum che la società ha dato a Danilo sul rinnovo del contratto pena la cessione a gennaio, per Pasquale e Masiello riuscire a dimostrare di essere utili vorrebbe dire dare una svolta alla proria stagione, che finora li ha visti molto poco calpestare i terreni di gioco durante le partite ufficiali, se appunto D’Ambrosio lasciasse il Torino. É evidente che per loro essere chiamati in causa e non convincere decreterebbe la quasi certezza di rimanere confinati ai margini della rosa.
Non è detto, ma è molto probabile, che Ventura per cercare di espugnare il Luigi Ferraris riproponga il 3-4-1-2 con Darmian ancora una volta nella posizione di centrale di destra nella difesa a tre e questo vorrebbe quasi certamente dire altra panchina per capitan Glik, che è più adatto a una difesa a quattro, e per Maksimovic continuare a non essere utilizzato. Quindi ci sono altri due giocatori, il serbo molto più del polacco, che inevitabilmente finiscono per essere oggetto di valutazione in ottica mercato, ha senso tenerli oppure è meglio per tutti cederli? Ovviamente Glik non rischia nell’immediato, anche perché non è assolutamente detto che nel proseguimento della stagione il modulo non cambi nuovamente e lui fatica un po’ nella difesa a tre, ma non è sicuramente da scartare. Altri giocatori che più o meno si giocano la riconferma o un posto da titolari, chi per un motivo e chi per un altro, sono Basha, Gazzi, Brighi, Farnerud, Bellomo, El Kaddouri, Barreto e Meggiorini. Per alcuni il riuscire a dimostrare il valore dipende tanto dal modulo in quanto possono avere caratteristiche utili per un centrocampo a due, tre, quattro o cinque, più da trequartisti o più da esterni, per un gioco più difensivo o più offensivo, per altri il giudizio si basa anche su età, condizione fisica e continuità di rendimento.
La vittoria abbastanza facile sul Catania e con un risultato netto, quattro a uno, non deve né illudere né essere sminuita per le evidenti difficoltà dell’avversario, per questo ha bisogno d’immediata conferma con il Genoa. Il Torino nelle prime tredici partite ha avuto un andamento un po’ altalenante per motivi direttamente imputabili, approcci alla gara non sempre convincenti, un po’ di superficialità e ingenuità, e per altri che non dipendono da volontà granata, decisioni arbitrali e infortuni. Di conseguenza trovare l’equilibrio è fondamentale e riuscirci significa, senza ombra di dubbio, poter proseguire il campionato con serenità guardando avanti e non temendo le squadre che sono alle spalle, gli attuali quindici punti possono essere il bicchiere mezzo pieno, ma allo stesso tempo quello mezzo vuoto. Sabato sera con il Genoa giocatori e allenatore devono convincere non solo sul piano del gioco, ma anche su quello del risultato. Dimostrare di aver chiuso con tentennamenti ed errori evitabili è la prova che c’è stata crescita nei fatti e non solo chiamata in causa a parole.
[Elena Rossin – Fonte: www.torinogranata.it]
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