ROMA – Francesco Ghirelli non le ha mandate a dire. Nel corso di un’intervista rilasciata a TuttoC.com il presidente della Serie C ha dichiarato: “Chi mandare in Serie B? C’è un Paese disperato che cerca mascherine, piange i propri morti, non sa se tornerà ad avere un lavoro e noi litighiamo su promozioni e retrocessioni? Vorrei dire una cosa violenta, ma non voglio essere maleducato. Qua bisogna salvare il calcio in primis, altro che classifiche”.
Ghirelli ha, poi, proseguito analizzando nel dettaglio la situazione: “La speranza è quella di terminare il campionato e poi c’è la realtà. Ci sarà tempo per parlare di promozioni e retrocessioni, ma ora è inutile pensarci. Sarà il Governo a dire quando si potrà giocare e la FIGC a prendere una decisione in caso di stop, ma non scordiamoci del convitato di pietra che è questo virus maledetto che ti fa capire come certe cose siano estremamente secondarie rispetto al grave problema sanitario attuale e a quelli economici che ci saranno in seguito. Quando tutto finirà sarà come tornare da una guerra, una guerra diversa che lascerà strascichi e la paura di assembramenti. Serie C? Il rischio è che tra qualche mese ci sia una moria di squadre che non riusciranno a iscriversi e saranno fallimenti ben diversi da quelli degli ultimi anni perché qui dovranno tutelare l’azienda madre prima della squadra di calcio”
E infine la chiosa: “Con l’AIC ho messo in piedi un tavolo permanente, ma non siamo in trattativa sindacale perché quella si può fare ai tempi delle vacche grasse e non in guerra. Tutti dovranno fare sacrifici e non c’è troppo tempo per prendere le decisioni . Poi è chiaro, che tagli vuoi chiedere a chi è al minimo salariale? Ma tutti gli altri dovranno concorrere, chi avrà di più dovrà ridare di più. Ognuno dovrà fare sacrifici in base alle proprie capacità”.
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