Ghirelli: “Tommasi capisca che questa non è una trattativa sindacale”

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Serie C

Le parole del presidente della Serie C Ghirelli nel corso di un’intervista rilasciata poco fa ai microfoni di Tuttomercatoweb.

ROMA – Il presidente della Serie C Francesco Ghirelli è intervenuto ai microfoni di TMW per parlare dell’attuale situazione che sta attraversando il calcio italiano: “Dobbiamo capire che vanno fatti dei sacrifici, perché la barca rischia di affondare. I nostri 60 presidenti hanno un’altra azienda oltre alla squadra di calcio, e sono preoccupati anzitutto delle sorti di quell’azienda. Se fossero posti davanti a una scelta tra le due, abbandonerebbero il calcio. E farebbero bene, aggiungo. Perché sceglierebbero l’azienda che serve alla loro famiglia per andare avanti”. Sulle richieste da fare all‘AIC: “Di capire che non siamo nell’ambito di una trattativa sindacale. Che si devono fare dei sacrifici, e vanno fatti a scaglioni. Noi vogliamo proteggere chi sta ai minimi retributivi, con la Cassa Integrazione. Ma bisogna capire che, in proporzione al rispettivo stipendio, si dovrà pensare a dei tagli, altrimenti il rischio è che il giocattolo si rompa. Bisogna spalmare i costi sui mesi successivi, come del resto fa il governo con gli aiuti che sta dando. E non è solo una questione di soldi”.

Il presidente della Serie C, poi, entra, nel dettaglio sulla questione stipendi: “Torno all’esempio di mio padre: non aiutò il Paese quanto gli Agnelli, ovviamente. Ma fece i sacrifici che poteva fare, come li fecero tutti. Se l’AIC pensa di essere contro la cassa integrazione, cosa racconta al Paese reale? E parlo di chi guadagna magari 800 o 900 euro al mese. Se i tifosi penseranno che li abbiamo schifati, non torneranno più da noi. Servono sacrifici, appunto. Dei più ricchi in primo luogo: devono pensare a una cassa che possa aiutare i loro colleghi, calciatori più deboli. Non fermiamoci alla C: chi dà una mano ai giocatori di Serie D? Creiamo un fondo di solidarietà, che protegga le fasce più deboli, dove la situazione è drammatica. Ripeto: ragioniamo di sistema. E a Tommasi l’ho già detto: bisogna lavorare nel modo giusto, perché poi quando arriverà l’ondata di paura travolgerà tutti. L’AIC è al limite, e se succederà una cosa del genere la gente purtroppo non sarà dalla loro parte”.