Due anni fa, allorquando nasceva il giornale su cui ora state leggendo, tutto ci saremmo aspettati tranne che dover commentare, divulgare e digerire l’ufficialità della cessione di un pilastro inossidabile, innimitabile dell’As Bari Calcio. Superfluo dire a chi questi appellativi fanno riferimento: Jean Francosi Gillet, il capitano per antonomasia del galletto, alle ore 13.15 (minuto più, minuto meno…) di questo pomeriggio, ha detto addio, ufficialmente e non più solo a parole, ai colori biancorossi, da lui amati durante un decennio passato a parare e difendere i pali del galletto.
La notizia era nell’aria già da tempo, addirittura ben prima che il Bari retrocedesse in serie cadetta. Le acque putride in cui riversava, e riserva tutt’oggi, la società biancorossa, purtroppo, imposero a Gillet, un lavoro duro, che per nessun motivo al Mondo avrebbe voluto dover fare in carriera: trovare la forza d’animo di lasciare Bari, squadra e città, per far si che, parte dei disastri finanziari del club, venissero sistemati. A malincuore, il numero uno ha accontentato la società che lo ha fatto grande, facendolo diventare giocatore prima e capitano poi dell’As Bari Calcio. Un amore a prima vista quello tra il Gatto di Liegi e la piazza biancorossa. Un binomio perfetto, costruito sull’affetto e il rispetto reciproco.
L’ultimo ad arrendersi ed il primo a metterci faccia e giantoni (quest’ultimo gesto fatto spesso con risultati eccellenti) quando le cose non sono andate per il verso giusto. Spesso, troppo spesso, capitan Gillet è stato costretto a gestire, digerire e rappresentare un Bari mediocre, privo di progetti e programmi di successo, che ha fatto navigare il capitano nei mari della serie B del nostro calcio, che può permettersi di dire, con orgoglio e soddisfazione, di aver avuto tra i suoi protagonisti un giocatore di livello eccelso, arrivato in A troppo tardi col galletto.
A 32 anni, Gillet riparte da Bologna, club fortemente deciso, soprattutto dopo la perdita di Viviano, a puntare tutto sul portiere belga, che in Emilia ci resterà, secondo contratto, per i prossimi tre anni. Sarà davvero difficile (un impresa titanica!) vederlo giocare e parare per un altro popolo. La cosa singolare è che, certamente, dispiacerà anche a lui, che in cuor suo ha sempre sognato di proseguire e chiudere la sua meravigliosa carriera tra le ali del galletto. Che in un certo senso, ora, lo ha tradito, dopo tanto amore e tanto rispetto. Come sempre, a metter becco, il vile denaro, che, come detto, ha costretto il sodalizio biancorosso, pieno di debiti, a rinunciare al suo capitano. Certo, se la proprietà avesse fatto bene i suoi conti prima di adesso, probabilmente ora, nonostante la retrocessione, non si era costretti a fare quello che si sta facendo, ovvero scrivere, leggere ed accettare l’addio di questo super uomo.
[Andrea Dipalo – Fonte: www.tuttobari.com]