Giochi Paralimpici di Parigi 2024, i nomi degli atleti CPI in gara

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L’atleta paralimpico Amelio Castro Grueso membro della squadra paralimpica dei rifugiati mentre si allena nella sua disciplina la scherma paralimpica, in Italia dove riesede dopo essere fuggito dal suo Paese. ©UNHCR/Alessandro Penso

Il Comitato paralimpico internazionale presenta la più numerosa squadra paralimpica di rifugiati di sempre per Parigi 2024

A 50 giorni dai Giochi Paralimpici di Parigi 2024, il Comitato Paralimpico Internazionale (CPI) ha annunciato i nomi degli otto atleti e un corridore guida che gareggeranno come parte della più numerosa Squadra Paralimpica Rifugiati di sempre.

In rappresentanza delle oltre 120 milioni di persone in fuga nel mondo, gli otto atleti provengono da sei diversi Paesi e gareggeranno in sei sport: atletica paralimpica, sollevamento pesi paralimpico, tennis da tavolo paralimpico, taekwondo paralimpico, triathlon paralimpico e scherma in carrozzina.

Per la prima volta dalla creazione della squadra paralimpica di rifugiati è stato selezionato anche un’atleta residente in Italia. Si tratta di Amelio Castro, scherma in carrozzina, che una volta giunto in Italia ha avuto la possibilità di proseguire il suo allenamento di alto livello grazie al coach Daniele Pantoni delle Fiamme Oro, Polizia di Stato.

Andrew Parsons, Presidente del CPI ha dichiarato: “Tutti gli atleti paralimpici hanno storie di incredibile resilienza, ma le storie di questi atleti e dei loro viaggi da rifugiati sopravvissuti a guerre e persecuzioni per competere ai Giochi paralimpici è straordinariamente impressionante”.

“Purtroppo, nel mondo sono oltre 120 milioni le persone in fuga. Molti vivono in condizioni terribili. Questi atleti hanno perseverato e mostrato un’incredibile determinazione per arrivare a Parigi 2024 e dare speranza a tutti i rifugiati del mondo”. La Squadra Paralimpica dei Rifugiati accende i riflettori sull’impatto trasformativo dello sport”.

Filippo Grandi, Alto Commissario dell’UNHCR, l’Agenzia ONU per i Rifugiati, ha dichiarato: “Per la terza Paralimpiade consecutiva, una squadra di atleti rifugiati determinati e ispirati mostrerà al mondo cosa possono ottenere se gliene viene data la possibilità. I rifugiati prosperano quando viene data loro l’opportunità di utilizzare, sviluppare e mostrare le proprie capacità e i propri talenti, nello sport e in tanti altri ambiti”.

“Noi dell’UNHCR siamo estremamente grati al CPI, che è uno dei protagonisti della nostra collaborazione internazionale per portare lo sport ai rifugiati. Lo sport è fondamentale per il loro benessere psicofisico e per la loro inclusione e integrazione nelle comunità che li ospitano”.

Gli otto atleti del Team Paralimpico dei Rifugiati sono:

Zakia Khudadadi (Taekwondo Paralimpico) Khudadadi ha gareggiato a Tokyo 2020 pochi giorni dopo la fuga straziante dal suo Paese d’origine. Ora vive a Parigi, Francia, e ha vinto il Campionato Europeo di Taekwondo 2023 nella categoria 47 kg, dedicando la sua vittoria alle donne del suo Paese.

Guillaume Junior Atangana (Atletica Paralimpica) Lo sprinter con disabilità visiva gareggerà insieme alla sua guida e compagno e anche lui rifugiato Donard Ndim Nyamjua. Atangana si è classificato quarto, sfiorando la medaglia nei 400m T11 ai Giochi Paralimpici di Tokyo 2020. Al Grand Prix Para Athletics di Nottwil 2024 in giugno, con il sostegno del RPT, è arrivato primo nei 400m e secondo nella finale dei 100m. Atangana inizialmente voleva diventare un grande calciatore, ma si è dedicato all’atletica quando ha perso la vista. Ora vive nel Regno Unito e gareggerà nei 100m e 400m T11 a Parigi.

Ibrahim Al Hussein (Triathlon Paralimpico) Parigi 2024 sarà la terza partecipazione consecutiva di Al Hussein ai Giochi Paralimpici rappresentando la Squadra Paralimpica dei Rifugiati. Dopo aver gareggiato in precedenza nel nuoto paralimpico, gareggerà nel triathlon paralimpico a Parigi. Alla Cerimonia di Apertura di Rio 2016, Ibrahim – che ha perso una gamba in un’esplosione mentre cercava di salvare un amico – è stato il portabandiera della squadra paralimpica dei rifugiati.

Salman Abbariki (Atletica Paralimpica) Parigi 2024 sarà la seconda partecipazione di Abbariki ai Giochi Paralimpici, avendo gareggiato nel lancio del peso a Londra 2012. Ai Giochi Asiatici Paralimpici del 2010, ha vinto l’oro e ha battuto il record asiatico.

Hadi Darvish (Powerlifting Paralimpico) Il sogno paralimpico di Darvish è iniziato dopo aver guardato i Giochi Paralimpici di Londra 2012 in televisione. Ha trascorso due anni in un campo rifugiati quando è arrivato in Germania. Senza un conto bancario all’inizio, ha avuto difficoltà a trovare un club sportivo che gli permettesse di allenarsi. Ma ha perseverato per realizzare le sue ambizioni paralimpiche. Sostenuto dal RPT, ha vinto una medaglia di bronzo nell’evento fino a 80 kg ai Mondiali di Tbilisi 2024 a giugno.

Sayed Amir Hossein Pour (Tennis da tavolo Paralimpico) Pour ha vissuto in diversi campi rifugiati lontano dalla sua famiglia da quando è arrivato in Germania. Ha vinto due medaglie d’oro ai Giochi Asiatici Giovanili Para 2021 in Bahrain.

Amelio Castro Grueso (Scherma in carrozzina) Dopo la morte di sua madre quando aveva solo 16 anni, Grueso ha affrontato un’altra tragedia quattro anni dopo, quando ha perso l’uso delle gambe in un incidente stradale. Durante la convalescenza in ospedale, ha promesso di scrivere un libro per condividere la sua storia, ma si è reso conto che più persone lo avrebbero letto se fosse stato un atleta vincitore di medaglie. Ora vive in Italia e, sostenuto dal RPT, ha partecipato al Campionato delle Americhe di scherma in carrozzina 2024 in Brasile a maggio, vincendo il bronzo nella categoria B della spada maschile, uno dei suoi più grandi successi sportivi fino ad oggi.

Hadi Hassanzada (Taekwondo Paralimpico) Hassanzada è stato costretto a fuggire più volte in cerca di sicurezza in un altro Paese in pace, ha affrontato innumerevoli pericoli prima di trovare sicurezza in Austria. Dice che la sua vita è stata piena di sfide, incluso la perdita della mano destra, ma lo sport gli ha mostrato come trasformare le difficoltà in opportunità.

A guidare il Team Paralimpico dei Rifugiati è lo Chef de Mission Nyasha Mharakurwa, che ha rappresentato lo Zimbabwe nel tennis in carrozzina ai Giochi Paralimpici di Londra 2012, uno dei soli due atleti a gareggiare lì per il suo Paese. Ha lavorato direttamente con i membri, incluse le Federazioni Internazionali, e nello staff del CPI negli ultimi cinque anni. Ha definito “modesto” essere nominato Chef de Mission per la Squadra Paralimpica dei Rifugiati.

“La Squadra Paralimpica dei Rifugiati è un modello per tutti noi. Nonostante le difficoltà, questi atleti hanno trovato un modo per competere ai massimi livelli dello sport paralimpico. Gli otto atleti e la guida, sono la Squadra Paralimpica dei Rifugiati più forte e meglio preparata della storia. Non rappresentano solo le persone in fuga in tutto il mondo, ma anche 1.2 miliardi di persone con disabilità nel mondo”, ha detto Mharakurwa.

La Squadra Paralimpica dei Rifugiati gareggerà sotto la bandiera del Comitato Paralimpico Internazionale e sarà la prima squadra a marciare nella Cerimonia d’Apertura il 28 agosto, che si terrà lungo gli Champs-Elysées e in Place de la Concorde. Il CPI sceglie i componenti della squadra in consultazione con le Federazioni Internazionali in base a diversi criteri, tra cui le prestazioni atletiche. Lo status di rifugiato degli atleti, determinato dal loro Paese d’accoglienza, deve anche essere verificato dall’Agenzia dell’ONU per i Rifugiati. La Squadra Paralimpica dei Rifugiati a Parigi 2024 è sostenuta dai Partner Paralimpici Mondiali Airbnb, Asics, UNHCR, il Ministero dello Sport e dei Giochi Olimpici e Paralimpici francese, il Comitato Organizzatore di Parigi 2024 e il CREPS di Reims. Il CPI desidera ringraziarli tutti per il loro supporto alla squadra.

La Squadra Paralimpica dei Rifugiati era composta da due atleti a Rio 2016 e da sei a Tokyo 2020.