In una corsa condotta ad alta andatura, segnata dal gran caldo, lo sloveno vince con uno strepitoso assolo di 30 km nel finale. Un bravissimo Bagioli vince la volatina degli immediati inseguitori
Quanto accaduto oggi al Giro di Lombardia non è un fatto inedito, poiché Tadej Pogacar aveva già dato vita a incredibili azioni vittoriose condotte in splendida solitudine. Lo aveva fatto nella primavera di quest’anno, dominando Giro delle Fiandre e Amstel Gold Race. Lo aveva fatto la scorsa stagione, sempre sulle strade italiane, in occasione della Strade Bianche, la bellissima corsa sugli sterrati senesi, ed anche in una tappa della Tirreno Adriatico che omaggiava Pantani percorrendo quella salita romagnola chiamata Cippo di Carpegna, che Marco aveva eletto a salita del cuore e che ora si chiama “Cima Pantani”.
Lo aveva fatto più volte in occasione del Tour de France 2021, il secondo finito nel suo palmares già così straordinario eppure ancora tanto “in divenire”.
La vittoria di oggi ne premia anche però anche la caparbia, perché Pogacar arrivava a questa gara dopo aver dovuto ingoiare la seconda sconfitta consecutiva sulle strade francesi da parte di Jonas Vingegaard (e vabbé…) e avendo palesato una condizione non brillantissima nelle corse di avvicinamento. Più forte anche dei crampi che rischiavano di tarpargli l’assolo nel tratto di pianura subito prima di affrontare lo strappo finale di Bergamo alta, e che Tadej ha attribuito all’eccessivo vigore col quale aveva affrontato i rilanci dopo i vari tornanti che costellano la discesa di Cima Ganda, il punto nel quale ha salutato la compagnia. Ma il trionfo odierno ne dimostra pure, definitivamente, le sovrumane capacità di essere competitivo ai massimi livelli lungo l’intero arco della stagione, passando disinvoltamente dal terribile pavé fiammingo, terreno di solito di caccia esclusivamente per i cacciatori di classiche più possenti alle grandi montagne, da corse in linea folli come l’ultimo campionato del mondo disputato a Glasgow, nel quale lo sloveno era a battagliare alla pari con i Van der Poel e i Van Aert alla corsa che lo ha visto appena trionfare. Se non si fosse rotto lo scafoide alla Liegi Bastogne Liegi, perdendo non solo le sue possibilità quel giorno ma anche pregiudicando in parte le sue possibilità nel confronto in Francia con Vingegaard, avrebbe potuto realizzare una stagione dal livello ancora più inaudito.
La corsa ha vissuto sulla salita di Cima Ganda il suo momento decisivo, poiché il forcing lì impresso della squadra di Pogacar, il team UAE Emirates, con le azioni di Ulissi e A.Yates, selezionava prepotentemente il numero dei corridori ancora in lizza per la vittoria. Pagava lì dazio uno dei tre favoriti di giornata, Remco Evanepoel, al quale però va riconosciuta l’attenuante di essere stato coinvolto in una brutta caduta nelle fasi iniziali della gara, che gli aveva lasciato ferite evidenti sul fianco e sul gomito. La sua squadra però, la Soudal Quick Step, aveva in quel momento la fortuna di poter affidare i galloni di capitano non già all’ex bi-campione del mondo Alaphilippe, quest’anno mai pervenuto, ma al giovane italiano Andrea Bagioli, che è un anno più giovane di Pogacar e del quale era facile prevedere, già alla vigilia, il ruolo da protagonista che poi ha effettivamente recitato fino al termine.
Il terzo componente della terna dei grandi favoriti, Primoz Roglic, sulla salita di Cima Ganda si rendeva protagonista di quelle enigmatiche azioni da attendista delle quali diede già sfoggio al Giro 2018, facendo andare in collera Vincenzo Nibali ed alla fine propiziando il successo finale di Carapaz. Per un po’ anche Pogacar se ne lasciava irretire, ma poi il più giovane dei due sloveni decideva di lanciarsi nel numero in discesa sopra descritto e gli inseguitori, fra i quali vanno menzionati anche il russo Vlasov e lo spagnolo Rodriguez faticavano, come accade spesso nel ciclismo, a trovare un’intesa che potesse consentire loro di ricucire in pianura il mezzo minuto buono che Pogacar aveva guadagnato rischiando in discesa. Faticava ancora di più quello che avevamo considerato il più forte outsider al tavolo della corsa, Richard Carapaz, che riusciva a rientrare sugli inseguitori dopo aver patito sul tratto finale della salita ma pagando poi nuovamente dazio sullo strappo verso Bergamo alta. Strappo sul quale Pogacar passava per primo, con un vantaggio lievitato ormai oltre il minuto in mezzo ad un tripudio di folla, con un grande numero di tifosi del francese Pinot, venuti a salutarne l’addio alle gare.
Alle spalle del vincitore, Bagioli batteva Roglic nella volata per il secondo posto, trovando un insperato posto sul podio in mezzo ai due fortissimi sloveni e segnalandosi come un possibile protagonista per le corse in linea più dure, che lui stesso ammette nelle interviste del dopo gara di voler provare a vincere.
Ordine d’arrivo del Giro di Lombardia 2023
1 Pogacar Tadej Uae Team Emirates 800 05:55:33
2 Bagioli Andrea Soudal Quick-Step 640 + 52
3 Roglic Primoz Jumbo-Visma 520 + 52
4 Vlasov Aleksandr Bora-Hansgrohe 440 + 52
5 Yates Simon Team Jayco-Alula 360 + 52
6 Yates Adam Uae Team Emirates 280 + 52
7 Rodriguez Carlos Ineos Grenadiers 240 + 52
8 Carapaz Richard Ef Education-Easypost 200 + 01:06
9 Evenepoel Remco Soudal Quick-Step 160 + 01:26
10 Kron Andreas Lotto Dstny 135 + 01:26
11 Bardet Romain Team Dsm-Firmenich 110 + 01:26
12 Woods Michael Israel-Premier Tech 95 + 01:26
13 Costa Rui Intermarché-Circus-Wanty 85 + 01:26
14 Van Gils Maxim Lotto Dstny 65 + 01:30
15 Schultz Nick Israel-Premier Tech 55 + 01:50
16 Berthet Clément Ag2r Citroën Team 50 + 01:50
17 Harper Chris Team Jayco-Alula 50 + 01:50
18 Fortunato Lorenzo Eolo-Kometa Cycling Team 50 + 01:50
19 Hirschi Marc Uae Team Emirates 50 + 02:08
20 Masnada Fausto Soudal Quick-Step 50 + 02:10
21 Tiberi Antonio Bahrain Victorious 30 + 02:30
22 Valter Attila Jumbo-Visma 30 + 02:56
23 Jorgenson Matteo Movistar Team 30 + 03:02
24 Barguil Warren Team Arkéa-Samsic 30 + 03:43
25 Majka Rafal Uae Team Emirates 30 + 03:43
26 Champoussin Clément Team Arkéa-Samsic 30 + 03:43
27 Madouas Valentin Groupama-Fdj 30 + 03:43
28 Piganzoli Davide Eolo-Kometa Cycling Team 30 + 03:43
29 Oldani Stefano Alpecin-Deceuninck 30 + 05:23
30 Healy Ben Ef Education-Easypost 30 + 05:35
31 Vansevenant Mauri Soudal Quick-Step 15 + 05:38
32 Buitrago Santiago Bahrain Victorious 15 + 05:38
33 Latour Pierre Totalenergies 15 + 05:38
34 O’connor Ben Ag2r Citroën Team 15 + 05:38
35 Uran Rigoberto Ef Education-Easypost 15 + 05:38
36 Alaphilippe Julian Soudal Quick-Step 15 + 05:38
37 Pinot Thibaut Groupama-Fdj 15 + 08:52
38 Pacher Quentin Groupama-Fdj 15 + 08:52
39 Molard Rudy Groupama-Fdj 15 + 08:52
40 Izagirre Ion Cofidis 15 + 08:52
41 Ulissi Diego Uae Team Emirates 15 + 08:52
42 Prodhomme Nicolas Ag2r Citroën Team 15 + 08:52
43 Mollema Bauke Lidl-Trek 15 + 08:52
44 Hindley Jai Bora-Hansgrohe 15 + 08:52
45 Sivakov Pavel Ineos Grenadiers 15 + 08:52
46 Fetter Erik Eolo-Kometa Cycling Team 15 + 08:52
47 Tratnik Jan Jumbo-Visma 15 + 08:52
48 Mühlberger Gregor Movistar Team 15 + 08:52
49 Cabot Jérémy Totalenergies 15 + 09:13
50 Ourselin Paul Totalenergies 15 + 09:13
A cura di Fabio Alfonsetti