A quasi 37 anni Stefano Garzelli si aggiudica una delle tappe più callose della sua carriera, la cronoscalata di Plan des Corones, che incute timore solo a sentirne pronunciare il nome. Pur non avendo grosse ambizioni di classifica, Garzelli ha già dato un senso alla sua partecipazione a codesto Giro che altrimenti sarebbe stato per lui anonimo. Anonimo non lo sarà di certo per Ivan Basso, che oggi più che mai possiamo ritenere non a torto la vera maglia rosa di questa corsa, malgrado il simbolo del primato rimanga saldamente (si fa per dire) sulle spalle tenaci dello spagnolo Arroyo, che arranca per restare il più possibile sul piedistallo.
Oggi il corridore iberico ha pagato 2’16’’ dal vincitore di tappa, perdendo meno di 2’ da Basso che a sua volta ha accusato un gap di 28’’ nei confronti di Evans, che ha tentato di sferrare una delle ultime offensive al varesino, favorito d’obbligo per il successo finale, in barba alla graduatoria che lo vede 2° a 2’27’’ dal leader Arroyo appunto, con + 42’’ preziosi sull’australiano Evans, l’unico che potrebbe impensierirlo sul serio. Poi abbiamo Sastre a 4’36’’, Nibali a 4’53’’, Vinokourov a 5’12’’, ecc.. ecc…Le prossime tappe scremeranno ulteriormente il gruppo dei migliori, e come di consueto a Milano ne rimarrà solo uno da iscrivere nell’Albo d’Oro, per farlo succedere al russo Menchov.
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