Gli spaventi del Milan e le lacune del Napoli. Il campo premia il mercato

Ci aveva talmente impressionati, in negativo, che non possiamo non partire dal Milan del primo tempo. Ci ha talmente impressionati Kevin Prince Boateng che non possiamo liquidarlo in quattro righe. Sembra un film diviso in due tempi diametralmente opposti, nel quale l’inesperienza di Eusebio Di Francesco giustifica il crollo della ripresa; perché si può anche essere il Lecce più brutto della storia, ma non esiste subire 4 gol in 45 minuti, dopo che si è andati negli spogliatoi sul 3-0. Il Lecce ci ricorda il Bari di un anno fa, presto rischia di essere spacciato. Carlo Osti si dovrebbe giocare la carta del cambio di guida tecnica, perché ieri è mancata soprattutto l’esperienza di chi deve difendere il triplo vantaggio. Se avete visto ieri Lecce-Milan ed Udinese-Novara, vi saranno rimaste impresse due immagini: Guidolin che si sbracciava sul 3-0 chiedendo ai suoi ragazzi che non mollassero un centimetro e Di Francesco che, tra primo e secondo tempo non ha saputo mantenere alta la concentrazione, andando in bambola con un cambio che ha stravolto gli equilibri.

Più che complimentarsi con Allegri e con il Milan, Adriano Galliani dovrebbe ricoprire d’oro, per una domenica, Boateng perché con il singolo i rossoneri hanno ribaltato tutto. E’ l’eccezione, ci mancherebbe, non la regola ma questa è la vittoria dell’individuo. Bravo anche Aquilani, ma una grande squadra deve tornare a casa con in testa gli errori del primo tempo e non la rimonta della ripresa. Alla fine quel che più conta è la classifica che vede la scalata del Milan e l’allontanarsi del Napoli. Ebbene sì, perché quell’unico errore sul mercato i partenopei lo stanno pagando caro. Il non aver trovato un valido sostituto a Cavani è un prezzo troppo alto da pagare per una squadra valida, la quale però fatica sul doppio fronte campionato-Champions. Il film che nessuno vorrebbe vedere, ma stando al trailer è più che probabile, sarà di un Napoli agli ottavi di Champions League ma troppo attardata per i sogni di gloria che questo campionato concede. Sarà dura spiegare ai napoletani che il prossimo anno dovranno tornare a vedersi l’Europa League, perché, di questo passo e con il ranking Uefa che ci penalizza, il finale potrebbe proprio essere questo. Fiducia, comunque, ad un gruppo che dai tempi del primo anno in serie A ha dimostrato una crescita esponenziale. Il nostro motto resta lo stesso di sempre: il campo è lo specchio del mercato. Oggi la classifica vede davanti a tutti l’Udinese, capolista solitaria, con l’Atalanta virtualmente alle sue spalle (senza penalizzazione). Ovviamente l’obiettivo di Guidolin non è lo scudetto ma la salvezza tranquilla, così come l’obiettivo dell’Atalanta non è l’Europa ma la permanenza in serie A. Gino Pozzo ha saputo rispondere alle critiche dei finti sapientoni estivi. Danilo è più forte di Zapata, il centrocampo con Badu, Pinzi e Asamoah non fa sentire la nostalgia di Inler e Di Natale era il segreto di Sanchez, non viceversa; perché non poteva valere la tesi secondo la quale Totò segnava grazie agli spazi creati dal cileno.

Oggi provano a disturbare l’operato dell’Udinese parlando di uomini mercato come Handanovic, Isla, Danilo, Benatia, Armero e Torje; resta un dato di fatto: quando un progetto è valido, si possono cambiare operai e capocantiere, ma se il geometra ha studiato i particolari, il palazzo non crolla. E’ il discorso dell’Atalanta che continua a mietere vittime ed a gridare vendetta per l’ingiustizia subìta la scorsa estate. I Percassi faranno grande Bergamo per tre ragioni: hanno soldi, testa ed umiltà. I soldi per costruire una grande squadra, la testa per non fare inutili voli pindarci e l’umiltà di essersi affidati a chi ha saputo scrivere pagine di storia degli ultimi 30 anni di calcio. Il vero capocannoniere del torneo si chiama Pierpaolo Marino: lui di gol, finora, ne ha realizzati 9 su 10. Tanti sono quelli firmati da Marino sul mercato: 4 Moralez, 4 Denis ed 1 Cigarini. Il decimo è di Lele Zamagna, Ezequiel Schelotto. Come coppia del gol, Marino-Zamagna sembra essere niente male. Ricordano Vialli e Mancini.

Chiedo, infine, ai tifosi del Siena che non mi citino in Tribunale per rivendicare il diritto d’autore. Sul 2-0 contro il Cesena, la curva toscana ha gridato “Salta con noi, Giampaolo salta con noi…”. Non si sono lasciati bene con l’allenatore del Cesena, ma la cosa più grave è stata che a saltare fossero anche i tifosi romagnoli. Quel “salta” potrebbe avere un doppio significato! Ultimi in classifica con 2 punti, 0 vittorie, 5 sconfitte e 2 pareggi. Peggior attacco, 2 gol fatti e 9 subìti. Peccato per Campedelli, perché ad agosto al mercato dei romagnoli avevamo dato 7. Evidentemente dimenticavamo un particolare…

[Michele Criscitiello – Fonte: www.tuttomercatoweb.com]

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