Udinese-Torino sarà anche Giampiero Ventura contro Francesco Guidolin. O meglio, sarà un’occasione per veder contro due moduli di gioco e due stili di calcio ben diversi. Il tecnico genovese del Torino ha riportato in voga il 4-2-4, con due mediani di rottura a far legna, due ali con elevata propensione a offendere e due punte complementari pronte a sfruttare le poche e occasionali palle lunghe. Sì, perché il modulo venturiano, che all’occorrenza può mascherarsi in un 4-3-3, parte da un presupposto. Parte da un calcio ragionato, con l’azione costruita dal basso, a cominciare dal portiere. Non a caso un fedelissimo di Ventura è Gillet, notoriamente bravo con i piedi. Il gioco di Ventura non teme la pressione e sa far male sulle fasce, dove c’è un altro punto fisso dello scacchiere dell’allenatore 65enne; quell’Alessio Cerci, già protagonista con lui a Pisa, e voluto fortemente quest’anno.
Dall’altra parte il veneto Francesco Guidolin, integralista ormai del 3-5-2, o 3-5-1-1. Il suo gioco è fatto di pochi tocchi e verticalizzazioni improvvise per sfruttare la velocità e l’atletismo di due punte rapide come Di Natale e Muriel. Domizzi e Lazzari hanno il compito di innescarli con i loro ottimi piedi. Gli esterni di centrocampo e Pinzi pronti a sfruttare le voragini create dalla corsa degli attaccanti. E il gol contro il Milan ne è la prova. In questo bello e stimolante duello tattico chi avrà la meglio; le contromisure sono state studiate e pronte a essere attuate, per affermare la superiorità del proprio concetto di gioco su quello dell’allenatore avversario. E, come al solito, l’ultima parola la pronuncerà sempre e solo il campo.
[Sito Ufficiale Udinese Calcio – Fonte: www.udinese.it]
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