Pennellate alla palla, capelli alla mano, il suo nome compare regolarmente sul tabellino dei marcatori ogni qualvolta il Napoli conquista una vittoria. Hamsik apre le danze contro la Roma lasciando esplodere un piatto violentissimo che si rintana in rete sgusciando via sotto il braccio di Lobont. Un destro centrale ma incontenibile, partorito ancora una volta dal piede del gioiellino slovacco, retaggio prezioso di questo Napoli che stringe nel pugno un secondo posto strappa applausi.
Palla al piede, con due tocchi o tre, il campioncino partenopeo è già in area, pronto a battere a rete con freddezza letale. Lo slovacco è abilissimo nell’inserirsi tra le linee avversarie, una capacità che lo rende non poco appetibile. Difficile di questi tempi trovare un centrocampista con una propensione offensiva come quella di cui gode questo fuoriclasse; già tanti club di caratura mondiale (in gran parte sirene d’oltremanica, ndr.) hanno tentato l’assalto per accaparrarsi le pregevoli performance del ragazzo. Il patron azzurro, però, sembra aver più che intuito gli ampi margini di miglioramento legati al suo potenziale, di qui il rinnovo contrattuale fino al 2015. Resta a bocca asciutta almeno un quarto di Premier League.
38 le reti siglate in azzurro, Hamsik eguaglia Antonio Juliano – Tre volte capocannoniere, tre volte consecutive. Pare che nel capitano della nazionale slovacca sia forte l’intenzione di continuare a stupire. I numeri parlano chiaro: 3 gol e 1 assist dopo soltanto sei giornate di campionato. La tecnica del ragazzo non si discute, ma è il suo spirito di sacrificio in coppia con la spiccata intelligenza tattica a farne la fortuna di ogni allenatore.
Verso la maturità… – Ogni annata sembra essere quella della consacrazione definitiva. Prestazioni strepitose alternate a rendimenti alquanto discutibili lasciano pensare che il giovane originario di Banská Bystrica abbia ancora di che maturare. Un inizio un po’ in chiaroscuro, poi pronti via, si spiana per lui la strada del gol (3 in 3 gare,ndr.), ma non solo; con Mazzarri a dettare le giuste mosse dalla panchina, lo slovacco appare nell’insieme più completo. Lesti movimenti senza palla, rapide letture di gioco con perfette scelte di tempo non sono che le doti naturali di cui dispone; Hamsik, al momento, riesce bene in entrambe le fasi, ripiegando, qualora necessario, per dar manforte alla retroguardia napoletana. Come lui, un pò tutto l’organico riesce ad esprimere sul campo quell’identità tattica da lunghi anni perseguita e mai agguantata. Un gioco magistralmente orchestrato che ben si snoda tra fase di non possesso e recupero palla, con le tre punte pronte ad arretrare per far filtro a centrocampo, e poi ripartire palla al piede con contropiedi micidiali. Vuoi per la nascita del primogenito Christian, vuoi per l’esperienza acquisita nel corso della spedizione sudafricana con il braccio cinto dalla fascia di capitano, lo slovacco ne guadagna in carisma e personalità. Ad oggi, siam sicuri, neanche il mastino Gattuso riuscirebbe a fargli abbassare la cresta.
[Nadia Napolitano – Fonte: www.tuttonapoli.net]
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