Hellas Verona-Bologna 0-0: Bianchi fallisce il colpo esterno dagli 11 metri

Ancora una volta, l’ennesima nelle ultime settimane, al triplice fischio finale non sappiamo se essere ottimisti o pessimisti, se guardare il bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto. Perché da un lato il Bologna di Ballardini gioca a calcio, corre, lotta, è squadra, ma dall’altro continua a portare a casa molti meno punti di quelli che meriterebbe, penalizzata oltremodo dal rendimento disastroso di un reparto offensivo non all’altezza della categoria. Ma del resto non è una novità, se ti privi di un cannoniere da 170 gol in Serie A, di uno dei migliori giovani attaccanti in circolazione e di un trequartista che è nel giro della Nazionale dal 2010.

E se ti rimangono Bianchi, buon giocatore che quest’anno però avrebbe bisogno di una visita al Santuario di Lourdes, l’evanescente Cristaldo, il fantasma Acquafresca e l’idolo del Web Moscardelli. Oltre a Kone, che fin qui è andato in rete quattro volte ma sembra aver esaurito le cartucce, Lazaros, sempre uno dei migliori in campo ma non esattamente un cecchino, e Ibson, ancora tutto da scoprire, ma più propenso all’assist che alla finalizzazione. Va bene, le squadre alle spalle dei rossoblù stanno facendo gara a chi è più debole, ma per staccare definitivamente la zona calda della classifica e salvarsi c’è bisogno di qualche vittoria, e per vincere servono i gol. E chi li fa?

Nella gara odierna contro il lanciatissimo Verona di Mandorlini è stata sprecata persino una chance dagli undici metri, con Bianchi che si è fatto ipnotizzare da Rafael a inizio ripresa, dopo che l’arbitro Tommasi aveva concesso il rigore per una netta trattenuta di Cacciatore su Christodoulopoulos. Poi tante conclusioni dalla distanza, terminate più o meno lontane dallo specchio della porta, belle combinazioni rovinate da ultimi passaggi imprecisi (come al 73’, quando Moscardelli invece che servire comodamente Ibson nell’area piccola ha lasciato partire una sassata a metà strada tra il tiro il cross) o da traversoni sbilenchi (purtroppo i piedi del maratoneta Morleo sono quelli che sono).

Kone, dopo una mezzora senza infamia e senza lode, ha dovuto cedere il posto a Cristaldo per un problema muscolare all’inguine, e dal canto suo l’argentino ha lasciato il segno solo sul taccuino dell’arbitro, che nel finale lo ha prima ammonito e in seguito espulso per un colpo sul volto di Moras. L’occasione più grande è capitata sui piedi del brasiliano Ibson, entrato anche questo pomeriggio sul terreno di gioco con il giusto piglio e la giusta personalità, che al 77’ ha sfiorato il palo alla sinistra del suo connazionale Rafael con un bel tocco di sinistro in scivolata. E per fortuna che due minuti più tardi, sul versante opposto, Curci ha saputo neutralizzare da campione un destro da lontano di Romulo, perché uscire dal Bentegodi a mani vuote sarebbe stata la beffa delle beffe.

Curci sempre più affidabile, Antonsson, Natali e Mantovani che si dimostrano precisi e puntuali in ogni intervento, Perez il solito leone, Krhin in forte crescita, Lazaros uomo ovunque, mentre il Sassuolo crollava in casa, il Chievo a Bergamo e il Catania a Marassi col Genoa. Tante note positive, interne ed esterne alla squadra, parzialmente offuscate dalla sterilità della batteria di attaccanti ‘allestita’ dalla società nel corso delle ultime due finestre di mercato. I prossimi cinque match vedranno il Bologna sfidare proprio Sassuolo, Livorno, Cagliari, Chievo e Atalanta, ed è superfluo sottolineare quanto queste sfide saranno decisive in ottica salvezza. Le chiacchiere stanno in poco posto, e purtroppo anche le buone prestazioni: bisognerà buttarla dentro, ancora e ancora, o si finirà inevitabilmente per rischiare grosso, anche contro avversari di una mediocrità imbarazzante.

[Simone Minghinelli – Fonte: www.zerocinquantuno.it]

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