Due colpi di testa e due gol. E tanti saluti da Verona. Luca Toni affonda il Milan. In carriera aveva segnato ai rossoneri già sei volte, con la maglia del Vicenza, del Palermo e della Fiorentina. Al Bentegodi sono emerse tutte le vecchie lacune della squadra di Allegri. Il tecnico ne ha parlato a fine gara: “Dobbiamo saper leggere meglio le partite” ha sintetizzato.
Di fatto è quello che è mancato al Milan in occasione del primo gol dell’Hellas. Oltre, c’è da dire, a una buona dose di cattiveria agonistica. Calcio d’angolo, schema gialloblù: Zapata e Mexes scattano verso il primo palo e vengono chiusi da alcuni avversari; al centro dell’area piccola, dove nel frattempo si è piazzato Toni, è rimasto il povero Kevin Constant; per il 36enne attaccante modenese è fin troppo facile far valere la propria altezza e depositare in fondo al sacco. Non si difende così su palla attiva – scrive l’edizione de La Gazzetta Sportiva oggi in edicola -. Un gol del genere è spia di un malessere, è la prova che molte cose non funzionano (…).
Dagli errori s’impara, dicono. Peccato però che non sia successo a Verona. Il Milan ha continuato a dormicchiare per il resto della partita e a inizio ripresa è stato svegliato dal secondo schiaffo dei padroni di casa. Gol stretto parente del primo: sul cross di Jankovic – scrive la rosea – altra inzuccata del dominatore dell’aria (e dell’area) Luca Toni, con Zapata nella parte del fesso (…). La scorsa stagione il Milan è stata la squadra che ha subito più reti di testa in Serie A, ben 15. Senza considerare il gol incassato – di testa – a Eindhoven, prima di Verona il più recente l’aveva messo a segno Terzi all’Artemio Franchi di Siena. Non una vita fa quindi, era l’ultimo turno di campionato.
[Redazione Il Vero Milanista – Fonte: www.ilveromilanista.it]