Europa League, HJK-Torino 2-1: l’analisi della partita

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logo Europa LeagueVa bene che il terreno di gioco era in erba sintetica di prima generazione, quindi di non buona qualità. Va bene che a Helsinki la temperatura era sotto lo zero. Va bene che dal cielo cadeva neve mista a pioggia che rendeva il terreno di gioco molto scivoloso e faceva accelerare la velocità del pallone. Va bene che c’era il vento gelido. Va bene che il Torino non aveva tutti gli uomini a disposizione a causa di infortuni e acciacchi e di qualche scelta tecnica, leggasi Barreto, e delle scelte che hanno portato a non inserire nella lista Uefa Peres, Perez e ovviamente Farnerud che all’epoca era infortunato. Va bene che i giocatori granata stessero attenti a non infortunarsi, soprattutto dopo che l’arbitro ha dovuto abbandonare la direzione del gioco perché al 39’ si è fatto male (strappo al gemello mediale della gamba sinistra). Va bene che qualche decisione arbitrale non sia stata impeccabile, come il fallo fischiato a Jansson che con grande scelta di tempo aveva interrotto un’azione degli avversari.

Non va però bene che la squadra di Ventura dopo aver controllato la partita nel primo tempo, nel secondo sia rientrata in campo con non sufficiente determinazione a portare a casa i tre punti finendo per beccarsi due gol dai finlandesi. Non va bene che i giocatori granata commettano troppi errori individuali. Non va bene che solo nel finale il Torino provi a riagguantare il risultato riuscendo ad accorciare le distanze con il solito Quagliarella senza però trovare il gol del pareggio. Non va bene che gli attaccanti siano troppo isolati e che siano mal serviti. Non va bene che chi subentra non riesca a fare meglio di chi è sostituito, El Kaddouri ha rilevato Benassi e si è distinto più per il nervosismo che per le giocate, a parte il pallone buttato in mezzo in occasione della rete di Quagliarella e Larrondo che ha preso il posto di Martinez non è riuscito mai ad essere incisivo. Onore all’Hjk Helsinki che davanti al suo pubblico ha dimostrato di non essere la squadra che subisce solo gol e non ne realizza.

Il primo tempo può essere riassunto con tre episodi: due a favore del Torino e uno dell’Helsinki. 32’ Punizione di Sanchez Miño da trenta metri, Quagliarella in area di testa devia e Doblas in due tempi evita il gol. 36’ Sinistro dal limite dell’area di Sanchez Miño e palla che finisce sul palo. 37’ Contropiede in velocità di Savage che prova a servire Kandji ma Padelli in uscita anticipa l’attaccante. Il secondo tempo per fortuna è un po’ più ricco di episodi. 49’ Lod calcia di sinistro e Padelli para a terra. 52’ Tiro di Kandji che non impensierisce l’estremo difensore granata che fa sua la palla. 60’ Su sviluppo da calcio d’angolo Baah è prontissimo a sfruttare un rimpallo e a mandare in rete la palla respinta da Padelli. E il Torino dopo 690 minuti perde l’imbattibilità in Europa, magra consolazione ha tolto il primato al Milan che è fermo a 641 minuti però in Champions League. 69’ Colpo di testa di Larrondo con il pallone che esce di poco. 81’ Punizione battuta da Lod sponda di Sorsa e gol di Moren che da due passi insacca indisturbato. 88’ Buona occasione per Molinaro che però è indotto all’errore da Doblas. 90’ In mischia all’interno dell’area in mezza girata di destro Quagliarella segna. 95’ Jansson anticipa Doblas, ma la palla finisce sul fondo.

Il Torino poteva e doveva fare di più, ma per fortuna il Club Brugge ha battuto il Copenhagen (quattro a zero) così i granata pur perdendo il primo posto nel girone, andato ai belgi che hanno otto punti, sono secondi con sette, tre in più dei danesi. Il gioco della squadra di Ventura continua a non essere convincente e il problema del gol è innegabile, se non ci pensa il solito Quagliarella a sfoderare qualche colpo dei suoi è ben difficile che ci riesca qualcun altro. A questo punto pur tenendo conto che sostituire Immobile e Cerci era da considerarsi impresa difficile c’è però da chiedersi se le scelte fatte in estate per l’attacco e in parte anche per il centrocampo siano state le migliori che si potevano fare. Se questa sera con l’Hjk Helsinki è stata dura, domenica con la Roma lo sarà ancora di più. Ci vuole un altro Toro, ma in tre giorni questo gruppo e l’allenatore riusciranno a cambiare marcia? I tifosi lo sperano, soprattutto i quattrocentoventiquattro che si sono sobbarcati la trasferta in Finlandia, loro sì hanno stra-vinto e meritano molto di più.

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[Elena Rossin – onte: www.torinogranata.it]