Il gap dall’Inter l’ha colmato Ibrahimovic che ha trascinato il Milan al diciottesimo scudetto. Il giorno del suo acquisto si disse che da solo avrebbe dato alla squadra dieci punti in più, proprio quelli che mancavano per raggiungere i nerazzurri.
Ibra ha travolto e stravolto gli avversari nei primi due terzi della stagione quando il Milan ha accumulato il vantaggio che poi ha saputo amministrare. E’ suo il merito più grande di questo scudetto: con le sue giocate, con i suoi gol e con la sua straripante potenza. E subito dopo viene Thiago Silva, che ha saputo formare, con chiunque gli giocasse vicino, la coppia difensiva più forte del campionato italiano. Terzo grande protagonista Allegri. Ha cominciato la stagione con tremiti e tremori, poi, gradatamente, ha saputo trarre lezione dai suoi stessi errori e nella seconda parte della stagione ha domato lo spogliatoi con grande autorevolezza.
E poi l’infinita classe di Seedorf, che nella fase più delicata ha giocato partite davvero straordinarie, una su tutte, il derby, dove ha letteralmente insegnato calcio come solo i veri campioni sanno fare. Il diciottesimo titolo del Milan è stato vinto con un anticipo così marcato che non accadeva dai tempi dell’Inter dei 97 punti. Frutto di una campagna acquisti estiva di grande livello che è stata poi perfezionata da quella invernale. Il Milan merita gli applausi degli appassionati: è stata la squadra più continua e quella che ha saputo adattarsi meglio alle difficoltà del campionato.
[Franco Rossi – Fonte: www.tuttomercatoweb.com]
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