Ps. Di solito i post scriptum si mettono alla fine della rava e della fava, questa volta facciamo come pare a noi perché il ricciolone che non c’è più faceva come pareva a lui e per questo diverrà leggenda. Ciao Sic e buone corse ovunque tu sia.
Ora il resto, che in giorni come questi vale come il due a briscola. Ma non possiamo far finta di nulla, perché il fine settimana ha detto cose su tre personaggi mai banali, e son cose grosse porca miseria.
Ivan Gennaro Gattuso è un calciatore in difficoltà. Ringhia come una iena ma è costretto in una gabbia senza sbarre. Per uno come lui non c’è niente di peggio: il corpo risponde come ai bei tempi (corre tutti i giorni oltre dieci chilometri), ma l’occhio non funziona. E’ una furia, Ringhio, e non sa quando potrà tornare a giocare. “Mi opero tra quattro mesi” ha detto ieri e questo significa “stagione buttata”. Con il contratto in scadenza ora la palla passa al Milan: dar fiducia a un uomo che al diavolo ha venduto l’anima o guardare al portafoglio? Con Inzaghi non tutto è andato per il meglio, vedremo cosa accadrà con il calabrese. Intanto auguriamo il più famelico degli “in bocca al lupo” a Ivan Gennaro, ché la salute vale qualcosa più di un contratto da calciatore.
Altro monumento, altre rogne. E ci tocca ancora una volta parlare di Del Piero e della questione “Capitano trattato come un pesce lesso”. A una settimana dalle dichiarazioni di Agnelli non siamo più alle congetture: Pinturicchio e proprietà sono alla guerra fredda. Di più: l’inghippo da scuole elementari riguarda anche mister Conte, il tecnico che parla come mangia e che non guarda in faccia a nessuno. “Krasic e Chiellini sono intoccabili, Quagliarella è fondamentale. Alex? Sta fuori per scelta tecnica”. Se questa non è una bocciatura definitiva poco ci manca.
Ora, si può stare da una parte del Po o dall’altra, si può dire “Alex è buono” o “è un furbacchione” ma una cosa è certa: tutta la vicenda ha portato rogna. La miglior stagione bianconera del post Calciopoli ha trovato i suoi nemici all’interno della stessa società: il campo dice che la squadra va migliorata (in difesa, soprattutto), ma un problema supera il livello di guardia solo quando un secondo preme come un ossesso. La Juve vince? Nessuno dice niente. La Juve pareggia? I tifosi mugugnano: “Se c’era Alex…”. La Juve pareggia e il capitano gioca sette minuti? Il popolo bianconero s’incazza: “Passi il risultato, ma l’affronto a Del Piero no, non è accettabile”. Questa sera contro la Fiorentina i due mister si giocano molta della loro credibilità e per uno dei due “domani” sarà un giorno terribile. Conte e Mihajlovic tremano: il primo può solo vincere, l’altro non può perdere. Chi sbaglia finisce al muro e Alex attende sornione il momento buono per tornare a farsi vivo. E intanto tace. E quando Alex gioca al gioco del silenzio, fidatevi, significa che qualcosa bolle in pentola.
Chiusura doverosa per uno dei giocatori più insultati da Aosta a Lampedusa. Trattasi di Mario Balotelli, che quando fa il burlone ci sta sullo stomaco come la peperonata fredda e quando va in trance sul terreno di gioco c’attizza come “Diavolina” al barbecue. Due le certezze: 1) Mario non va aggiustato come il tizio protagonista di “Arancia Meccanica”, altrimenti addio fenomeno. Costringere ciccio-Balo a vestire i panni del bravo ragazzo significa farlo diventare uno qualunque anche sul campo. Non esulta quando fa gol? Peggio per lui. I tifosi del City l’hanno capito (Mancini da una vita…) e se lo tengono stretto. 2) Minone Raiola si lecca i baffi. Il mal di pancia che aveva Balotelli la primavera scorsa è passato a Hamsik quest’estate, che l’ha passato a sua volta a Ibra, che lo passerà a sua volta a qualcun altro. Ma il mal di panza è ciclico e presto tornerà anche a Manchester, perché vincere col City è bello, ma immaginarsi Mariolone che diventa il Giggs dei citizens non è proprio possibile.
Dice il saggio: “Mariolone vestirà la maglia rossonera”. Ne siamo convinti tutti, ma una domanda sorge spontanea. Il ragazzone guadagna già 4 milioncini di palanche circa, il valore del suo cartellino si espande alla velocità della luce, i conti dei club italiani fanno più paura dell’albergo di Shining. Come farà il buon Raiola a fare il miracolo? Altro che mal di panza, serve come minimo una peritonite…
[Fabrizio Biasin – Fonte: www.tuttomercatoweb.com]