E’ la settimana di Inter-Juventus: la gara che, qualcuno, ha definito dei veleni. Quando mi hanno chiesto di parlare o scrivere della sfida di domenica a San Siro mi sono permesso di dare solo giudizi calcistici ma evidentemente ho sbagliato. Mi hanno riferito le dichiarazioni di Ernesto Paolillo e dell’eco del Presidente dell’Inter, Massimo Moratti. Non volevo intervenire ma penso sia un obbligo. La Juventus deve restituire gli scudetti all’Inter? Quali? Forse quelli conquistati dalla Juve sul campo mentre in sede all’Inter erano costretti a discutere del passaporto falso di Recoba, il pupillo del Presidente.
Oppure quando per vedere la classifica dell’Inter bisogna scorrere tutto il televideo e i nerazzurri dovevano usare la calcolatrice e fare la somma con almeno un’altra squadra, per arrivare ai punti conquistati dalla Juve. Il vero scudetto di cartone è uno solo: quello assegnato a tavolino, non scherziamo. Preferisco fermarmi qui, perchè domenica c’è un’Inter-Juve che non merita di essere inasprito ulteriormente. Questa gente non merita di essere definita la banda degli onesti. Poi ci lamentiamo dei toni alti, dei disordini negli stadi e dell’odio tra le tifoserie. Ma se i primi ad eccedere sono i dirigenti come il Signor Paolillo, dove vogliamo andare? Se l’Inter è quella delle ultime settimane il risultato non è affatto scontato; il 4-0 con il Werder potrebbe portare qualcuno fuori strada. All’inizio, l’Inter ha sofferto e se la Juve gioca da Juve può anche pensare ad un risultato positivo, almeno parziale. Eto’o fa reparto da solo ma Delneri deve puntare, come sempre, sulla squadra e non sul singolo individuo. Mi preoccupa, non poco, la difesa dei bianconeri.
Cambio tema: ha destato molto scalpore, nel corso della settimana appena trascorsa, l’atteggiamento che Francesco Totti ha tenuto con il suo allenatore Ranieri durante la sostituzione che il capitano giallorosso ha subito durante la partita di sabato contro l’Inter. L’atteggiamento del “Pupone” mi da’ la possibilità di dare il là ad una riflessione che riguarda marginalmente la Roma, ma che può ben aderire alla situazione di un po’ tutte le società che vogliano definirsi ben organizzate. Personalmente, mai avrei tollerato nulla di simile da un mio giocatore, anche perchè, qualora una manifestazione anche simile si fosse ripetuta, il soggetto in questione avrebbe smesso di indossare la maglia della squadra per la quale mi fossi trovato a lavorare. Non è ovviamente il caso di Totti, mi ripeto, ma giocatori difficili da gestire, possono capitare a tutti: posso portare l’esempio di Edgar Davids, che di punto in bianco decise di voler mettersi a fare il regista… stava diventando un problema, ed infatti lo abbiamo messo prima in tribuna e poi lo abbiamo venduto.
Tornando alla Juve, è l’impianto di gioco che deve mettere Krasic nelle condizioni di rendere ai livelli che può toccare, ma difficilmente potrà essere lui a trascinarsi i compagni anche di fronte a difficoltà all’apparenza insormontabili. Non sarà mai Nedved, se è questo che qualcuno si sta chiedendo, ma a causa di suoi limiti. Manca un circuito oliato attorno a lui, che possa essere in grado di fargli compiere il definitivo salto di qualità: manca un centrocampista capace di dettare i tempi, ne manca un altro che sia in grado di difendere la difesa e di aiutarla a non prendere tutti questi gol; manca anche un difensore all’altezza di coprire le frequenti sortite offensive dello stesso Krasic. E non sono mancanze temporanee, dovute al fatto che “la Juventus è un cantiere”, come sento dire in continuazione. Purtroppo no, la Juve non è altro che una squadra discreta con un giocatore eccezionale a livello agonistico come è appunto Krasic.
Vedremo se il serbo sarà messo nelle condizioni di fare tre gol anche a San Siro contro l’Inter…
[Luciano Moggi – Fonte: www.tuttomercatoweb.com]
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