“Il Milan? La maglia più bella”
Al primo derby, il 14 novembre, il popolo interista non lo accoglierà spellandosi le mani per gli applausi. Ma per Zlatan Ibrahimovic questo conta zero. «Se mi odiano non mi interessa, se sono appassionati di calcio devono solo essere contenti del mio ritorno in serie A», dice secco l’attaccante che all’inizio dell’avventura con il Milan, la quinta importante della carriera, non bacia la maglia rossonera ma giura che «è la più bella mai indossata», e arricchisce con una serie di proclami la presentazione in stile hollywoodiano in cui Robinho finisce per essere una comparsa.
Duecento tifosi attendono davanti all’hotel di lusso nel cuore di Milano, il traffico è in tilt, decine di agenti e guardie private fanno filtro all’ingresso dello show: quasi un’ora di conferenza stampa e un breve epilogo con i leader della Curva Sud accolti all’8/o piano dell’albergo per incontrare i due nuovi acquisti. Due colpi che, gongola Adriano Galliani, «fanno dimenticare la cessione di Kakà e restituiscono l’idillio fra il presidente Berlusconi, la società e tifosi, interrotto nell’estate 2009».
Elegante nel doppiopetto gessato del Milan, Ibrahimovic mostra il sorriso perso in Spagna e snocciola le sue sicurezze. «Più che contro il Barcellona, voglio giocare contro l’Inter, perchè è la concorrente del Milan. Lo scudetto – continua – ce lo giochiamo noi, e sono certo che il Milan arriverà primo. Siamo più forti dell’Inter e siamo i favoriti anche per la Champions League: tutti devono avere paura del Milan. Voglio vincere tutto, se non ci riesco significa che ho sbagliato».
Avrebbe potuto arrivare in rossonero anche nel 2006, e invece lasciò la Juventus per l’Inter, dove ha vinto tre scudetti in tre anni, il suo rapporto di lavoro più lungo. «Quando firmo per un club penso sempre che sia l’ultimo della mia carriera – spiega -. Pensavo così anche la scorsa estate a Barcellona, poi sono successe piccole cose che mi hanno portato a cambiare squadra. Ora ho firmato al Milan per quattro anni e spero di restare qua: dipenderà anche da società e allenatore». Ibra dovrebbe essere il punto fermo di Allegri già da sabato contro il Cesena, mentre Robinho potrebbe trovare spazio mercoledì in Champions (superati i 47mila abbonamenti per le tre sfide europee del girone, più del doppio del campionato).
Piano piano il tecnico proverà a farli giocare entrambi in un attacco a quattro punte con Pato e Ronaldinho. «La migliore difesa è il migliore attacco. Se noi cinque, contando anche Inzaghi che è un fenomeno, facciamo il nostro lavoro non serve guardare alla difesa», taglia corto lo svedese, mentre accanto a lui anche Robinho spera di trovare spazio e svoltare una carriera europea sin qui opaca. «L’Europa non ha ancora visto il vero Robinho – attacca il brasiliano arrivato dal Manchester City -, spero possa accadere quest’anno e che il Milan possa essere campione di tutto. Pato e Ronaldinho sono spettacolari, possiamo giocare con qualsiasi formazione e se devo tornare a difendere per fare segnare Ibra va bene: non conta chi segna se il Milan vince».
[Redazione Il Vero Milanista – Fonte: www.ilveromilanista.it]
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